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Romanzo Capitale

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Vucinic e Mauri in stile Romanzo criminale nello spot trasmesso in questi giorni su Sky per pubblicizzare il derby

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VUCINIC L'INCUBO DELLA LAZIO L'uomo derby di Ranieri? Vucinic. Il più temuto dai laziali? Sempre lui. Perché se la storia non si dimentica, figurarsi quella recente. SuperMirko è la grande speranza della Roma per domani. Non a caso, Sky lo ha scelto in anticipo per lo spot di lancio dell'evento girato assieme al laziale Mauri e agli attori della serie «Romanzo Criminale». L'ingresso nel cast se lo è guadagnato sul campo di gioco: Vucinic ha già «fatto male» ai cugini. Prima da attaccante del Lecce, segnando addirittura una tripletta, poi per due volte da romanista. Un gol nella gara vinta 3-2 nella notte di Halloween del 2008 e l'indimenticabile doppietta che ha ribaltato a favore della Roma l'ultima sfida di aprile. Quella che era praticamente persa nel momento in cui Floccari si è presentato sul dischetto. Ma la Lazio non aveva fatto i conti con Julio Sergio e soprattutto con il montenegrino. Se lui segna, la Roma vince il derby: finora è legge. Il 18 aprile. data della stracittadina più recente, è stato il suo giorno più bello in giallorosso. Il rigore segnato con rabbia e la punizione che ha perforato la barriera laziale e lasciato di stucco Muslera hanno fatto impazzire mezza città. Non che Vucinic fosse nuovo a imprese del genere - la doppietta contro il Chelsea, per esempio - ma l'importanza e le emozioni di quel pomeriggio non trovano eguali nella sua carriera a Roma. Domani, senza Totti, Vucinic dovrà prendere in mano la situazione lì davanti come fece l'ultima volta, quando il capitano e De Rossi avevano già fatto la doccia. Così decise Ranieri: nell'intervallo fuori i due simboli, dentro Menez e Taddei. E proprio il francese domani sarà uno dei partner offensivi di Vucinic che se lo ritroverà alle spalle e accanto a sé avrà l'«esordiente» Borriello. Ranieri punta tutto su un tridente mai schierato finora, ma che sulla carta rappresenta l'arma migliore della Roma vista la morìa di difensori e centrocampisti. Vucinic avrà un tifoso in più da quest'anno: il piccolo Aleksandar, il primogenito di Vucinic nato lunedì scorso. Una «novità» che ha cambiato la vita di SuperMirko e gli ha tolto tante ore di sonno negli ultimi giorni. Ma adesso il derby viene prima di tutto. Vucinic vuole tornare a incidere: in questa stagione il suo score lascia ancora a desiderare. Ha segnato un gol pesantissimo con l'Inter, poi più nulla fino al sigillo di sabato scorso con il Lecce. A Basilea il suo apporto è stato comunque importante anche se i colpi migliori li ha tenuti per la Lazio. La Roma si aggrappa a lui, ai «cugini» vengono i brividi. MAURI IL SIMBOLO DEL PRIMATO Chissà cos'avrà pensato Stefano Mauri quando quelli di Sky si sono rivolti a lui per lo spot pre-derby. Vestire i panni di chi va in discoteca nella settimana che precede il derby non dev'essere stato facile per chi, in passato, ha fatto i conti con le voci che lo volevano più attento alla vita notturna che agli allenamenti. Perché Roma non ha mezze misure. Sa come idolatrare un calciatore, ma appena le cose vanno male sa anche gettare addosso dei marchi difficili da cancellare. A Mauri era toccato questo, e allora giù con i fischi quando, dopo le prime prove positive, il brianzolo aveva accusato qualche passaggio a vuoto. «Ormai non li sento più», aveva detto lui alla vigilia di questa stagione. Ed è un peccato, perché dopo poche settimane quei fischi sono diventati applausi. Il rilancio di Mauri è iniziato nel modo più paradossale: con un'esclusione. Nella prima a Genova contro la Samp si accomoda in panchina e vi resta tutti i 90 minuti. La squadra gioca bene ma non punge, viene sconfitta e a fine gara il procuratore del calciatore si fa sentire: «Potrebbe andare via». Il mercato vive le ultime fasi convulse ed è proprio la Samp che bussa alla porta di Lotito. La risposta è decisa: incedibile. Il resto lo fa la svolta tattica. Reja passa alla difesa a 4 e a centrocampo recupera un posto proprio per Mauri: «Ci vuole uno che sappia inserirsi, sennò in area non ci entriamo mai», spiega il tecnico alla squadra. Detto fatto: Mauri debutta contro il Bologna, segna, e la Lazio non perde più una partita. Anzi, comincia a vincerle tutte. Stefano, dal canto suo, segna altri due gol e riconquista quella Nazionale che aveva già assaggiato qualche anno prima. Gioca contro l'Irlanda del Nord ed è il migliore, qualche giorno dopo solo la follia degli ultrà serbi gli fa mancare il bis. Ma ci saranno altre occasioni. Mauri è diventato un elemento imprescindibile nello scacchiere di Reja, l'unico forse insostituibile. Attacca gli spazi, dà una mano in copertura, serve assist e realizza in prima persona. Il suo record in A è di 7 reti. Lo raggiunse quando militava nel Brescia nel 2004. Con la Lazio è arrivato a 6 nella stagione 2006-07. Quest'anno ci sono tutte le carte in regola per migliorarsi. Ma in cuor suo il brianzolo baratterebbe questo obiettivo con un gol nel derby. Non gli è mai riuscito e, nell'andata dell'anno scorso, fu Julio Sergio a negargli miracolosamente una rete che sembrava fatta. Ma quest'anno, per la Lazio e per Mauri, il vento è cambiato. E chissà che l'incontro con Vucinic, proprio durante le riprese dello spot Sky, non sia stato l'occasione per un passaggio di consegne. Da uomo-derby del (recente) passato a quello del (prossimo) futuro.  

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