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Quando si dice: un derby perfetto

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Lagoduria dei romanisti è pazzesca, ruomorosa, strafottente. Non solo è stata battuta una Lazio lanciatissima, ma il modo in cui è arrivata la vittoria raddoppia la gioia. È come se ogni protesta avanzata dai «cugini» si trasformi in un altro gol. E la goduria aumenta. «Daje! Daje!Dajeee!» urla al telefono il direttore sportivo Daniele Pradè nella «pancia» dell'Olimpico mentre i giocatori corrono dagli spogliatoi verso il campo per un secondo giro d'onore sotto la curva sud. Poi Pradè, uno che definirlo tifoso romanista è poco, ritrova lucidità e davanti ai microfoni ricorda che «ci avevano dati per finiti ma questa è la stessa squadra che ha sfiorato lo scudetto l'anno scorso». Montali è il «freddo» della dirigenza ma riesce a essere altrettanto ficcante. «La Roma ha giocato molto meglio della capolista. I rigori? Quelli per noi c'erano entrambi e la mia mentalità è che il risultato dipende sempre da noi». Vallo a spiegare ai laziali... Abbracci, strilli, saltelli, gavettoni, sorrisi grandi così: succede di tutto là sotto a fine partita. È giusto così. Ha vinto la Roma e ora la stagione può davvero cambiare.Ranieri è l'uomo più felice del mondo. Tre derby vinti su tre sono la dote più importante nel suo cammino da allenatore romanista. Appena svestiti i panni del tecnico si lascia andare. Riguarda le immagini in tv mentre gli parlano dei torti subìti dalla Lazio e sbotta. «Non capisco le proteste - contrattacca l'allenatore di San Saba - nel primo tempo non c'è stato dato un gol valido. Se dite che ci sono stati errori di qua e di là va bene, ma se dite che ce ne sono stati solo da una parte non lo accetto». Lo accusano di aver perso lo stile «british» e Ranieri spiega il perché. «Sono cambiato, sì: a Roma faccio il romano. Ogni tanto ci vuole. È stato un derby bello e giocato benissimo da noi nonostante mancasse Totti: gli dedichiamo questa vittoria». Concluso il giro delle tv, in sala stampa la tensione è ancora più alta. Il tecnico continua a ribattere punto su punto a chi vuole fargli ammettere che la Roma non ha mertitato i tre punti. «La Lazio ha perso per l'arbitro? Vi state attaccando al fumo della pipa... Così date ancora più soddisfazione ai romanisti, li state facendo godere come ricci. Ve la suonate e ve la cantate. Sui calci piazzati c'erano tanti rigori anche a favore nostro: parlo delle trattenute, quindi l'arbitro ha usato lo stesso criterio di valutazione. E poi l'assistente è riuscito a vedere la punta di un piede in avanti per valutare il nostro fuorigioco sul gol annullato, mentre sullo pseudo-rigore della Lazio non è riuscito a vedere tutto il corpo di Dias che stava in fuorigioco». Dopo il raddoppio di Vucinic, Brocchi ha perso le staffe e si è scagliato contro Ranieri. «Io cercavo di calmarlo - spiega il tecnico - lui ha interpretato male, evidententemente non gli è piaciuto ciò che ho detto sabato in conferenza. Ma quando si gioca la tensione è normale, lui è un ragazzo d'oro». Sistemata, si fa per dire, la questione arbitrale, Ranieri prova a spiegare la rinascita della Roma. «Da Brescia in poi la squadra si è ritrovata. Abbiamo finalmente capito che il campionato dell'anno scorso è finito. Non è questione di modulo: la squadra ha ritrovato determinazione e volontà». E adesso ha addirittura quattro punti in più dello scorso anno dopo la decima giornata. Dove può arrivare? «Stiamo rimettendo in piedi la barca,. l'obiettivo - ribadisce Ranieri - resta lo stesso migliorarci rispetto alla passata stagione». C'è un modo solo per farlo. Ma è ancora presto per dirlo.

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