Ranieri non si preoccupa della capolista "Un fuoco di paglia? Allora bruciamola"
Carico? Di più. Claudio Ranieri si avvicina al derby con un approccio spavaldo. Da romano vero. Saranno i recuperi insperati di Burdisso, Pizarro e Brighi o l'en-plein centrato l'anno scorso, fatto sta che il tecnico alla vigilia della sua terza stracittadina si mostra pieno di certezze . E poco importa che di fronte oggi si ritroverà non solo la rivale cittadina, ma la squadra capolista reduce da cinque vittorie di fila. «Noi siamo la Roma, a me della Lazio interessa poco e non ne voglio parlare» è la prima frecciata lanciata alla squadra di Reja. Segno che quei dieci punti di distacco non lo spaventano per niente. «Non so se questo primato sia un fuoco di paglia, ma se è così proviamo a bruciarlo... Sono in testa - riconosce il tecnico giallorosso - e vuol dire che lo hanno meritato, ma non c'è divario tra noi e loro. È solo un momento di classifica, siamo due squadre che lottano per il vertice e vedremo alla fine chi sarà davanti». Come a dire: i conti si fanno a maggio. Secondo Ranieri «loro sono più tesi, sanno che prima o poi perderanno una partita e hanno paura che succeda con noi, quindi è la Lazio ad essere sotto pressione. Io non la penso come Zeman: sono romano e romanista e so bene che il derby è una gara diversa dalle altre. Stavolta, con la Champions di mezzo, ho potuto pensare a questa sfida solo per pochi giorni». Le aspettative di inizio stagione sulle due romane si sono ribaltate: oggi potrebbe essere un vantaggio per i giallorossi, perché «possono esserci anche due categorie di differenza, ma in una partita del genere non ci sono favoriti e tutto si annulla». Anche i pronostici, eppure Ranieri è pronto a scommettere che «l'uomo derby sarà un romanista: sono sicuro». Totti è escluso dalla contesa e guarderà il derby da casa. «Dicono che sia meglio per noi non averlo? Non sono chiacchiere da bar - risponde l'allenatore di San Saba - visto che arrivano da giocatori della Lazio (Rocchi, ndr). Ognuno esprime le sue considerazioni, a noi il capitano mancherà e vogliamo vincere anche per lui». Sarebbe la svolta della stagione? «No, quella è già arrivata a Brescia, nonostante non siamo riusciti a prenderci i tre punti. Mercoledì a Basilea ho visto un primo tempo bellissimo, la squadra si sta ritrovando. Siamo calati nella ripresa ma questo succede perché ho dei giocatori che si allenano giocando. Uno è De Rossi». Sul modulo la prende alla larga. «Siete voi che vi fissate con i numeri, il calcio è un'altra cosa. La posizione di Menez? Il suo ruolo è dietro gli attaccanti o seconda punta, ma quando decido di giocare con il 4-4-2 lo metto a destra perché lui si trova meglio lì». Due opzioni valide anche per contrastare le mosse di Reja, «un tecnico navigato e bravo: i risultati da quando è arrivato alla Lazio lo testimoniano. Noi dovremo fare la partita perfetta per vincere». E regalare finalmente un sorriso convinto ai tifosi. Soffrirà come loro, ma dal divano di casa, Rosella Sensi che eviterà lo stadio per questioni scaramantiche. La tradizione non cambia anche se per lei potrebbe essere l'ultima stracittadina da presidentessa. Almeno in campionato: tra dicembre e gennaio, Albinoleffe permettendo, si replica in coppa Italia. Il derby non finisce mai.