L'anomala posizione di sfavoriti
LaLazio non soltanto si è impossessata di una delle posizioni di prestigio che nelle stagioni più recenti erano state monopolizzate dai concittadini, ma è addirittura balzata al comando con autorità, suo unico rimpianto i punti lasciati a Genova all'esordio dopo un primo tempo dominato. Altro aspetto inconsueto, dunque, la posizione della Roma, che nella locandina dello spettacolo deve adeguarsi in secondo piano lasciando l'abituale proscenio. Ma queste apparenti anomalie, sulle quali possono giocare i cabalisti, convinti che il ruolo di favorita non sia quello più gradito, passano in secondo piano di fronte alla diffusa malinconia per l'avvilimento dei toni spettacolari, altissimi per tradizione. Tra tessere del tifoso, ali virtualmente tarpate alla simpaticissima Olympia costretta in tribuna, discriminazioni incomprensibili per età e perfino per sesso verso gli spettatori della Tevere, è stato fatto di tutto per sottrarre alla stracittadina la cornice che era vista con invidia dai frequentatori di ogni altro stadio italiano. Un discorso squisitamente tecnico induce a tenere alte le quotazioni della Lazio, che il suo primato ha legittimato con grande intelligenza tattica, offrendo anche manovra piacevole e spunti individuali rilevanti. E che sotto il profilo psicologico può giocare con la massima serenità, visto che neanche un risultato negativo potrebbe intaccare il suo solitario primato. Serenità garantita anche dall'opportunità di lavorare in pace, senza le distrazioni e gli strascichi che gli impegni europei inevitabilmente propongono. Molto diversa la situazione della Roma, che sta vivendo una stagione travagliata, al cui andamento non è estranea una sciagurata politica di mercato, nessuna priorità rispettata: Borriello unico arrivo rispettabile, sorvoliamo sui copertoni usati. Due vittorie a seguire confortano le classifiche in Europa e in Italia, ma il gioco latita tuttora, non sempre si potrà contare sui lampi individuali degli avanti. Qualche recupero miracoloso, Burdisso e forse addirittura Pizarro, conforta Ranieri, al quale ha paradossalmente evitato qualche problema la squalifica del capitano, troppo sensibile alle tensioni del derby. Tensioni saggiamente attenuate dai due tecnici, esemplarmente civili e rispettosi nelle parole della vigilia.