Lazio Bella e tosta
Una marcia inarrestabile. Quinta vittoria consecutiva, +4 sulla seconda, +5 sulla terza, quarto successo di seguito in trasferta sui campi di Firenze, Verona, Bari e Palermo dopo il passo falso, unico finora, nella prima giornata a Genova contro la Sampdoria. Anche ieri una dimostrazione di compattezza, di solidità difensiva che nemmeno il più ottimista dei tifosi biancocelesti poteva prevedere. E poi evviva il catenaccio, evviva il calcio all'italiana, evviva il sacrificio di tutti per far diventare il fuoriclasse avversario, Pastore, un giocatore normale, evviva le squadre che si sanno difendere e ripartono in contropiede. Sì, contropiede e non ripartenze come dicono quelli innamorati della terminologia moderna. La Lazio e il suo stratega Reja non si devono vergognare di nulla, anche della partita di Palermo, vinta con un gol, peraltro bellissimo, arrivato in mischia e poi con una straordinaria diga davanti a polipo Muslera. La bellezza del pallone è anche questa: la voglia di non mollare un metro all'avversario arrembante, la grinta di non arrendersi anche quando si è in inferiorità numerica su un campo di patate inadatto ad esaltare le giocate di fino dei solisti biancocelesti, gli abbracci finali del gruppo al triplice fischio dell'arbitro Damato. Le cassandre sono servite, la Lazio barcolla ma non crolla nemmeno sotto i colpi di un ottimo Palermo. Un gruppo di ferro che ha saputo resistere, è rimasto in piedi e ora si gode il primato solitario con quattro punti di vantaggio sulla prima inseguitice. Ma torniamo alla temuta sfida della Favorita. Partenza choc con la clamorosa disattenzione di Biava che ieri aveva deciso di prendersi una domenica di riposo dopo tante ottime prove. La perla di Dias a metà del primo tempo ha impreziosito la partita della Lazio che ha sprecato in contropiede qualche buona occasione per raddoppiare. L'espulsione per la doppia ingenuità di Biava ha ridato vigore all'assalto palermitano. Pinilla e Pastore ci hanno provato ma hanno trovato sulla loro strada un Muslera insuperabile. La classifica è bellissima ma Reja continua a non farsi travolgere dall'euforia. L'umiltà è il segreto di questa Lazio nata quasi per caso e sarebbe sbagliato cambiare proprio ora alla vigilia del derby.