La parola scudetto? Nemmeno per sogno
Volipindarici? Per carità, solo quelli di Olympia. La Roma laziale, dopo l'ennesimo esame superato a Palermo, non si lascia prendere dall'entusiasmo. Anche se le statistiche dicono che in due delle tre occasioni in cui in passato la Lazio si è trovata in testa dopo nove giornate (1974 e 2000), lo scudetto è poi effettivamente arrivato, nessuno si sbilancia. Il vantaggio di quattro punti sulla seconda, di cinque sul Milan di Ibra e Ronaldinho, di dieci addirittura sui rivali cittadini non esalta più di tanto perché si ha la consapevolezza della propria forza ma anche dei limiti di una squadra che è stata costruita per tornare in Europa, non per sbaragliare la concorrenza com'è accaduto finora. Edy Reja si coccola la sua creatura, la difende di fronte agli attacchi che ormai arrivano da più parti con i continui riferimenti alla fortuna per giustificare i successi laziali e punta dritto sul derby, la prossima partità. Perché, com'è noto, il gruppo vuole arrivare a Natale prima di stabilire obiettivi e di discutere premi con la società. Quindi meglio andare avanti solo concentrandosi sull'impegno successivo senza lasciarsi prendere dalla voglia di tabelle scudetto. Il tecnico biancoceleste, dopo aver sfatato il tabù Cagliari che vinceva sempre all'Olimpico nelle ultimi stagioni e quello personale in casa del Palermo, cerca di battere per la prima volta nella carriera la Roma. E stavolta Edy il freddo azzarda un pronostico: «Per il derby metterei uno fisso in schedina, noi scendiamo in campo sempre per vincere, ancor di più contro i cugini. L'assenza di Totti? Per me è meglio che non giochi. La Roma è una grande squadra e vedrete che si riprenderà in classifica, ma magari dopo aver perso contro di noi». Del resto il ricordo dell'anno scorso è ancora vivo nelle menti della maggioranza dei giocatori e dell'allenatore. Grande primo tempo, gol di Rocchi ma il rigore fallito da Floccari all'inizio della ripresa devastò la testa dei laziali. In pochi minuti la Roma ribaltò la partita con la doppietta di Vucinic, arrivò l'espulsione di Ledesma a sancire un verdetto ingiusto, le risse finali, qualche frase di scherno dei dirimpettai per una Lazio che in quel periodo lottava per la retrocessione. Tutto scritto nella storia dei derby ma a Formello c'è una grande voglia di prendersi una sana rivincita sportiva. Reja ha fatto il pronostico ma non si lascia condizionare dal pianto avversario per qualche defezione eccellente. Continua a vivere il momento con la massima serenità non senza la soddisfazione per un gruppo che sta facendo cose straordinarie: «ll nostro segreto è nello spogliatoio dove non sente più la parola io perchè è il gruppo che conta. Un po' come quello che fanno Mourinho, Ferguson e Capello nei loro club. Mi ispiro molto a loro perché ritengo che il gruppo è l'essenza del calcio». Un atteggiamento pacato condiviso dalla maggioranza dei tifosi. In radio, via diretta o tramite sms, ma anche nei blog, nei forum e nei social network via internet, è un'esaltazione moderata, si direbbe, anche perché forse nessuno si aspettava un inizio di stagione a questi livelli.