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Roma in astinenza

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Claudio Ranieri, l'allenatore della Roma

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Attacco atomico? Non proprio. Per adesso spaventa il nemico quanto un fucile scarico. Alzi la mano chi in estate pensava che il problema della Roma potessero diventare i gol. Appena undici quelli segnati dai giallorossi in dodici partite ufficiali, uno score rimasto inchiodato dopo lo scialbo 0-0 del Tardini. In serie A soltanto Parma, Cesena e Udinese hanno fatto peggio con 6 reti all'attivo. Il dato è in controtendenza con il recente passato e preoccupa Ranieri quanto la fragilità difensiva. La macchina da gol giallorossa non c'è più. Per trovare numeri peggiori bisogna risalire addirittura alla Roma di Ottavio Bianchi: la stagione 1991/92 è iniziata con 10 reti nelle prime 12 gare, come ricorda una ricerca di laroma24.it. Eppure i nomi degli attaccanti del presente fanno paura soltanto a pronunciarli: da Totti a Borriello, da Vucinic a Menez, senza dimenticare che in rosa ci sono pure Adriano, Baptista e Okaka. Gente che sarebbe titolare in molte squadre della serie A ma non sta aiutando la Roma a uscire dalla crisi. Ranieri li ha utilizzati tutti, chi più chi meno. L'unica risposta convincente in termini di gol l'ha ottenuta da Borriello: i suoi 5 centri, 3 in campionato e 2 in Champions, tengono ancora a galla una squadra che altrimenti sarebbe già affondata. Tra gli altri attaccanti soltanto Vucinic è riuscito a segnare: una rete all'Inter, bella e decisiva, poi il nulla nei pochi minuti giocati dopo quella sfida. Il resto dell'attacco segna uno zero totale. Compreso Totti: il capitano non va in gol da 180 giorni. Un'eternità per uno come lui. Nelle stagioni recenti non era mai successo che la sua astinenza si prolungasse fino all'ottava giornata di campionato. Senza rigori all'attivo e con le continue sostituzioni il gol è diventato un miraggio anche per Totti. Ma il problema non riguarda solo lui. Che succede? La Roma crea poco e quando arriva nell'area avversaria ha le idee confuse. «Non abbiamo schemi offensivi» è una delle accuse mosse all'allenatore dalla squadra, abituata negli anni di Spalletti a giocare a memoria lì davanti. E segnare gol a raffica. Dalla scorsa settimana Ranieri ha deciso di dedicarsi ad allenamenti specifici sull'attacco e la difesa. Ieri ha parlato ancora al gruppo, senza alzare la voce. Qualcosa cambierà, ma ci vuole tempo. La società ha deciso di darglielo almeno fino al derby: fino alla partita con la Lazio la panchina non si tocca nonostante l'indice di gradimento del popolo romanista per il tecnico sia ormai ai minimi termini.

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