Solo Olympia può scacciare i tanti gufetti
Vogliovedere se porta davvero tutta la fortuna di cui noi laziali ormai la accreditiamo, convinti da pali, gollonzi e vittorie in serie dei colori biancocelesti. Voglio vedere come si comporta alle prese con una bestia nera e se riesce a farla in barba alla cabala. Voglio vedere se, come sogno io, dispone addirittura dei nanostrumenti necessari a rimuovere i geni della sfiga dalla lunga spirale del nostro dna. O se, in sottordine, è almeno capace di sfruttare i tre metri e passa della sua aquilina apertura alare per far piazza pulita dei gufetti che da qualche settimana svolazzano rabbiosi sul cielo dello Stadio Olimpico. Eh sì, perché, come abbiamo imparato in decenni di gioie pagate a carissimo prezzo, è nelle partite tipo quella di oggi che il Fato ha sempre amato tenderci i suoi più devastanti agguati, noi primi che giochiamo da ultimi e loro ultimi che giocano da primi (e se qualche volta noi giochiamo da primi e loro da ultimi ci pensano l'arbitro, o il legno delle porte, o un portiere trasfigurato a far sì che finisca male lo stesso). Lazio-Cagliari, poi, è proprio la partita-trappola per eccellenza. Sono già due anni in fila che la perdiamo e se c'è una squadra per la quale la regola del "non c'è due senza tre" vale sempre (in caso di sconfitte) questa è la nostra. Oltretutto il Cagliari ha per capitano il figlio di Bruno Conti, Daniele che però non giocherà per infortunio (la cui fede romanista è forte al punto da essere sopravvissuta persino ai tacchetti di Burdisso), ed è talmente più debole di noi da restituirci regolarmente il maltolto al Sant'Elia: dunque perdere con loro qui a Roma fa tripla rabbia. Insomma, cara Olympia, oggi ti giochi buona parte della tua sinora strameritata reputazione, quella che ti sei guadagnata stendendo le tue ali protettrici su una squadra che aveva disperatamente bisogno di iniezioni di fiducia per credere in se stessa e nei suoi straordinari mezzi. Lo sforzo che ti attende è immane, ma saresti già a buon punto, secondo me, se i tuoi magici influssi infondessero un po' del tuo coraggio al nostro allenatore Reja, spingendolo a far giocare i suoi uomini da aspiranti campioni d'Italia anziché da aspiranti alla salvezza. Vola, Olympia, vola. Cambia il destino dei laziali. E porta i loro cuori lassù con te.