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Patto d'onore

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Totti (S) e Ranieri (D)

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Patto d'onore. Patto per portare la Roma fuori dalle sabbie mobili nelle quali s'è invischiata in questo avvio di stagione. A siglarlo col sangue romano che gli scorre nelle vene i due protagonisti in assoluto: Ranieri e Totti. Proprio il capitano che qualcuno aveva indicato come l'«anima nera» contro il tecnico nel momento più acuto della crisi, è stato invece quello che più si è schierato dalla sua parte nel faccia a faccia post-Basilea. Lo ha detto chiaramente in faccia alla dirigenza con la Sensi in pectore e davanti al resto del gruppo riunito per fare il punto dopo il disastro di Champions: «Ranieri non si tocca, questo sia chiaro». Così, come il loro ruolo impone i due riferimenti di questa Roma, tecnico e capitano, fanno fronte comune per prendere per mano la squadra e uscire tutti insieme dalla crisi. Una sorta di patto d'onore col quale già a partire da domenica a Parma, i romanisti cercheranno di rimettere in piedi una stagione fin qui drammatica. «Il più bel regalo che potessi ricevere» ha detto il tecnico delle parole di Totti che ha rimesso al mondo un allenatore che forse, per certi versi, si era sentito già spinto fuori la porta e era pronto a rimettere il mandato.   «Se il problema sono io tolgo il disturbo» è un altro degli slogan che ultimamente hanno accomunato Totti prima e Ranieri poi. Si riparte dunque con nuovi stimoli e la voglia di tornare lì dove la Roma dovrebbe stare: questa Roma, la squadra che lo scorso anno ha lottato fino all'ultima giornata per lo scudetto contro la solita Inter. Non sarà facile, ma visto che tutti continuano a dire si tratti soprattutto di una questione di testa, l'unione d'intenti dei due leader dovrebbe far dormire sonni tranquilli. Ma sarà così? Potrebbe non bastare perché Ranieri & Co. dovranno fare i conti con molto altro. Soprattutto con una condizione fisica approssimativa sulla quale ieri il tecnico ha provato a mettere una pezzo cambiando un po' tutto il criterio degli allenamenti a Trigoria. E dovrà fare i conti con un Parma che saprà benissimo quanto delicato sia l'attuale momento giallorosso: e vorrà approfittarne. Tutto il resto conta poco e la prima cosa che i due «soci» dovranno affrontare è forse proprio quel brusio di fondo che crea così tanti problemi in casa romanista. Il nome di Leonardo, così come quello di Lippi o Dunga che sia, come tutte le voci sull'imminente esonero del tecnico, non fanno che alimentare un calderone all'interno del quale c'è di tutto: e molto spesso contro la Roma. In questo momento bisogna riuscire ad isolarsi, nel senso positivo del termine, lasciar fuori voci, interessi e beghe personali e pensare all'unico bene comune: che era, è, e resta la Roma. Ci vuole molto?

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