Il Lecce si arrende alla goleada bianconera
Quando,appena dopo il ventesimo, Storari dice no a un tocco ravvicinato di Corvia che avrebbe potuto garantire ai pugliesi il momentaneo 1-1, il match praticamente si chiude: i bianconeri, passati in vantaggio con un destro di Aquilani, raddoppiano poco dopo con un rigore trasformato da Melo e prendono la carrozza della serenità fino al novantesimo. Prima di metà gara Quagliarella fa tripletta e il resto è ovviamente passerella allo stato puro. Tutto facile, insomma. Con un Krasic ancora una volta devastante (due assist, un rigore procurato anche se dubbio e tanto altro ancora), un centrocampo a tre che pare funzionare a meraviglia e una difesa a dire il vero non messa troppo a dura prova dalla leggerezza della squadra di De Canio. Una domenica tranquilla in chiave bianconera come non se ne vivevano da tempo: il pubblico è tornato a cantare e a mandare a quel paese l'Inter, convinto che quest'anno la loro squadra del cuore non sarà il materasso di qualche mese fa. Chiaro che resta molto lavoro da fare, però il pragmatismo di Del Neri ha fatto breccia e non ammette repliche, almeno per ora. Del Piero in panchina anche ieri è un segnale chiaro che non va nemmeno interpretato: non ci sono figli e figliastri, gioca sempre chi sta meglio degli altri e chi se ne importa di come si chiama. Così Aquilani: in panchina quasi sempre fino a tre settimane fa, è diventato titolare fisso non appena ha recuperato una condizione fisica accettabile. E, per dargli spazio, il tecnico di Aquileia ha per il momento rinunciato a Pepe: gioca Marchisio esterno, in modo che De Ceglie abbia più copertura e che dall'altro lato Krasic possa pensare quasi solo alla fase offensiva. Tutto perfetto: compreso il gol nel finale di Del Piero, che gli permette di raggiungere Boniperti a quota 178 gol segnati in campionato. La festa è insomma diventata completa: giovedì, a Salisburgo, servirà una replica per fare un passo avanti anche in Europa League.