Affare mondiale

Matteo De Santis Americani, russi, cinesi, egiziani e italiani. E adesso ci sarebbero anche gli indiani. Fondi, numeri uno di marchi d'abbigliamento, società proprietarie di franchigie di baseball, compagnie di telecomunicazioni, industrie farmaceutiche, colossi del gas o del petrolio, editori, re delle cliniche e chi più ne ha più ne metta. E soprattutto parecchi Mister X senza volto e senza nome con lingue e accenti differenti. La vendita della Roma è un diventato un intrigo internazionale. Una faccenda senza confini finita addirittura in prima pagina nell'inserto «Companies & Markets» dell'autorevole Financial Times. Nell'articolo in questione si parla di una dozzina di manifestazioni di interesse ricevute - o perlomeno ritenute valide di attenzione - dall'advisor Rothschild, più della metà provenienti dall'estero. Le offerte non vincolanti, secondo il principale quotidiano economico-finanziario inglese, sono attese per la metà di novembre e l'affare, nonostante gli ostacoli rappresentati dalla mancanza di uno stadio di proprietà del club, dalla bassa posizione in classifica della squadra, dal processo di scorporo dell'As Roma da Italpetroli, dai tempi (più lunghi del previsto) per la costituzione della Newco Roma, da un ultimo bilancio chiuso con un passivo di 21,9 milioni di euro e da una bozza per il prossimo esercizio che prevede ulteriori perdite, potrebbe andare in porto entro la fine dell'anno per una cifra tra i 170 e i 200 milioni. Le cronache degli ultimi giorni narrano dell'arrivo dei cosiddetti accordi di riservatezza ai soggetti potenzialmente interessati. Il prossimo passo, previsto per lunedì, sarà la comparsa sulle scrivanie dei possibili acquirenti del tanto atteso info memorandum, scritto in numerose lingue e contenente, oltre a tutti i numeri sull'operazione-Roma, i termini e i tempi fissati da Rothschild e UniCredit per i passaggi successivi. La prima quindicina di novembre dovrebbe essere la scadenza per le offerte non vincolanti. Il bello deve ancora arrivare.