Vendere per comprare
Efarsi comprare. Nella Roma tutto si intreccia. Mercato in entrata, mercato in uscita, futuro societario. In mezzo c'è un bilancio da allegerire: il passivo di quasi 22 milioni registrato a giugno è destinato a lievitare nella semestrale di dicembre. Con questi numeri sta diventando sempre più difficile la cessione del club. È tutto fermo. Dall'info memorandum, arrivato e rimasto a casa Sensi da giorni, alla costituzione della Newco. Ma quello che manca sono soprattutto acquirenti all'orizzonte: si lavora su più fronti eppure non è uscito ancora fuori nulla di convincente. Un bilancio più «pulito» aiuterebbe il lavoro di Rothschild e Unicredit. Servono delle cessioni, quelle che non si è riusciti a realizzare ad agosto. Più qualche nuovo caso. Adriano è il primo. L'arrivo di Borriello lo ha scoraggiato e il suo lavoro estivo è praticamente vanificato: ha dovuto ricominciare da capo la dieta ed è già al secondo infortunio. Se entro gennaio non arriva una scossa, il brasiliano e la società faranno le loro valutazioni. Anche se con quel contratto (15 milioni lordi in tre anni) parlare di un divorzio al momento è fantascienza. Simplicio è l'altro bocciato dell'ultimo mercato: può finire al Milan. «Al momento pensa solo ad allenarsi» ha commentato ieri il procuratore Rinaldi. Poi c'è Rosi, tornato in fretta dietro alla lavagna. Uno tra lui e Cicinho può partire a gennaio. Il brasiliano si sta rivalutando, hai visto mai che arriva un'offerta? Quella che i dirigenti aspettano in ginocchio per Baptista. Lo stesso discorso, ma con meno soldi in ballo, vale per Loria, Okaka, Antunes e Greco. Mexes è un caso a parte: la Roma non vuole venderlo, pur sapendo che da febbraio sarà libero di firmare per un'altra squadra. C'è il Chelsea in agguato. Se vendi, compri. Un esterno, per esempio: Ranieri vuole Behrami che intanto si è infortunato e starà fermo un mese. Maresca e Fabio Cannavaro, accostati alla Roma da radio mercato, sembrano più allucinazioni. Pillole dal campo: ieri pomeriggio si è fermato Perrotta per un risentimento tendineo. Nulla di grave, pare.