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Limitare i danni aspettando gli errori altrui

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IlGran Premio del Giappone promette infatti di essere un indisturbato duetto fra le Red Bull, e l'unica curiosità della vigilia è, semmai, quella di vedere se Sebastian Vettel e Mark Webber saranno così scemi da fare ancora una volta a ruotate fra di loro. Le prove del venerdì hanno confermato la schiacciante superiorità delle monoposto austro-inglesi sulle curvacce assassine di Suzuka, una serie di "esse" veloci che si susseguono e che esaltano le doti telaistiche ed aerodinamiche delle macchine ben fatte. Le Ferrari, ieri, erano a un secondo di distanza, distacco non abissale su una pista lunga quasi 6 chilometri ma cionondimeno molto eloquente. In compenso, le McLaren non hanno dato l'impressione di potersi inserire al vertice, per cui Alonso dovrebbe essere in grado di puntare agevolmente al podio, limitando al minimo i danni nella tappa più sfavorevole fra le quattro che assegneranno il titolo mondiale. Per la Ferrari la caccia alla vittoria riprenderà poi sullo sconosciuto tracciato del GP di Corea, ammesso che la corsa si faccia (i lavori sono in forte ritardo). Felipe Massa, in Giappone, non dovrebbe avere l'occasione per dimostrare che è sincero quando dice che "aiuterà" il compagno di squadra nella lotta per il titolo. Suzuka non è un pista per piloti tenerelli come lui. Pensate che nel 2006, al suo primo anno in Ferrari, partì in pole position ma riuscì a farsi scavalcare proprio da Alonso, che pure con la sua Renault era scattato soltanto dalla terza fila, spianandogli la strada verso il titolo mondiale ai danni dell'altro pilota ferrarista, Schumacher. Spero di sbagliarmi, ma ho forte la convinzione che, oggi come oggi, Massa rappresenti un'autentica mina vagante in seno alla Scuderia. Dopo tanti anni ricchi più di chiacchiere che di fatti ormai anche in Brasile gli ridono dietro e lo chiamano «Pianginho secondo», cioè il nuovo Barrichello. La voglia di dimostrarsi macho potrebbe perciò spingerlo a violare l'obbligo di guidare da scudiero nel superiore interesse della squadra. Per gli uomini del presidente Montezemolo è proprio questo, temo, uno dei problemi più spinosi sul tappeto non solo in chiave 2010 – anno in cui, vada come vada, Alonso avrebbe comunque le sue grosse responsabilità – quanto per le stagioni successive. Ecco perché i bene informati non escludono uno scambio Massa-Kubica con la Renault (scambio che comunque, per quanto mi riguarda, rappresenterebbe il classico salto dalla padella nella brace).

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