Lotito: "Niente vertigini" E il titolo vola in Borsa
L'esperienza suggerisce cautela ma Lotito si trattiene a stento. Di certo il mercato apprezza il primo posto laziale tanto che il titolo vola a +16%: un'azione ora vale 0,47 euro. Il presidente della Lazio coccola la sua creatura, vituperata e derisa. Tredici punti pesanti in un torneo dominato dall'equilibrio e dagli stenti delle grandi favorite per la vittoria finale e così la Lazio si ritrova lassù dove osano le aquile. Chi si aspettava di trovare il giorno dopo aver raggiunto la vetta solitaria un Lotito superbo e sprezzante sarà deluso perché ormai il numero uno biancoceleste non cade più nel tranello. Ha capito quant'è effimero il calcio e quanto sia giusto godersi il momento positivo senza trasformare l'umiltà in presunzione. Ieri, nell'intervento a «Radio anch'io lo sport», il presidente della capolista si è detto convinto di aver costruito «una squadra competitiva che potrà dare grandi soddisfazioni», ma nessun proclama, nessun traguardo da centrare, solo la certezza di aver fatto le cose nel modo giusto. «Per raggiungere gli obiettivi serve lo spirito di gruppo - spiega Lotito - ma andiamo avanti partita dopo partita. Siamo molto tranquilli e sereni, non soffriamo di vertigini». Il fiore all'occhiello del progetto è Hernanes. «Lo stavamo seguendo, è stata una trattativa estenuante, Tare è volato in Brasile cinque giorni, non abbiamo dormito», ha spiegato il presidente. Non poteva mancare il riferimento ai «valori morali» tanto che per qualche secondo sembrava tornato il vecchio Lotito, quello che non riusciva a piacere ai tifosi per via di quei discorsi giusti nel merito ma che avevano stancato la maggioranza degli appassionati biancocelesti. E allora, basta Bikila che aveva sfidato correndo scalzo l'opulenza americana alle Olimpiadi del 1960, niente riferimenti alla società salvata al funerale, Lotito si è rimesso le scarpe e ora punta a migliorare il suo rapporto coi tifosi. Per questa ragione ha fatto il possibile e anche di più per portare l'aquila allo stadio. Un'idea geniale esportata da Lisbona ma realizzata solo grazie alla tenacia della società. «Voglio vedere i tifosi tutti intorno al simbolo della Lazio, e non a caso l'aquila si chiama Olimpia. Serve l'orgoglio di appartenenza e l'aquila è simbolo di fierezza e allo stesso tempo di libertà che sono i nostri valori». Oltre alla pace con i tifosi che lo contestano da svariati anni, l'altro sogno di Lotito è lo stadio delle aquile progettato sulla Tiberina alle porte di Roma. La legge non decolla ma lui non si arrende: «Il nostro nuovo stadio deve essere la casa del tifoso». Poi basta. Null'altro, solo la voglia di godersi il priamto senza peccare di presunzione. Finalmente.