Roma, altro disastro
La Roma casca all’indietro e finisce di nuovo all’Inferno. I due successi di fila contro Inter e Cluj non sono bastati a rimettere in piedi una squadra partita per vincere lo scudetto e che ora si ritrova penultima. Fino alla ripresa del campionato sarà meglio non guardare la classifica: 5 punti in 6 partite, soltanto l’Udinese ha fatto peggio. I numeri fanno paura. In nove gare ufficiali la Roma ha incassato 17 gol contro appena 8 segnati, in trasferta ha sempre perso, centrando un en-plein devastante tra Supercoppa, campionato e Champions. Il piano studiato da Ranieri per la visita al San Paolo è fallito nel secondo tempo. E se fino al vantaggio azzurro il migliore è stato Lobont significa che il pareggio sarebbe stato accolto col sorriso. Ma quando giochi per lo 0-0, appena prendi gol è finita. Così è andata, grazie a un Napoli intelligente e cinico. Mazzarri ha deciso di aspettare l’avversario nel primo tempo, poi quando ha alzato un po’ il ritmo lo ha affondato. In un giorno cadono tutti i tabù: il Napoli non batteva da 13 anni la Roma che con Tagliavento arbitro non aveva mai perso. L’allenatore giallorosso non ha resistito alla tentazione della difesa a tre: la stessa mossa dell’anno scorso ma stavolta inefficace. Dietro sono dolori ogni volta che il Napoli affonda, Cicinho e Riise si trovano spiazzati e la squadra crolla atleticamente dopo un’ora di calcio piuttosto lento. I problemi sono anche in attacco. La coppia titolare Totti e Borriello non funziona, il capitano corre, è vero, ma non tira mai in porta. Ieri ha giocato talmente male che si stava sostituendo da solo: quando ha visto Vucinic a bordo campo si è avvicinato spontaneamente alla panchina ma sulla lavagna luminosa c’era il numero di Borriello. E pure fino a quel momento il centravanti napoletano era l’unico ad aver spaventato De Sanctis. Prima di lui era uscito Menez, alla seconda sostituzione consecutiva nell’intervallo. Bah. La partita è stata bruttina nel primo tempo, con due squadre schierate a specchio e intenzionate soprattutto a non prenderle. Col minimo sforzo il Napoli potrebbe portarsi avanti con il lavoro, ma la mira di Dossena e due interventi di Lobont su Hasmik salvano la porta giallorossa. La risposta della Roma è nei piedi e nella testa di Borriello, ma De Sanctis c’è. L’ingresso di Brighi al posto di Menez toglie qualità alla Roma. Che riparte bene, potrebbe segnare con De Rossi, poi si spegne. Definitivamente. Lobont e Juan salvano su due contropiedi di Cavani, il colpo del ko arriva al 27’: lo piazza Hamsik, ben servito da Dossena, dimenticato nell’occasione da Cicinho. Vucinic è appena entrato, Ranieri butta dentro anche Rosi ma ormai la frittata e fatta. I cambi di Mazzarri, invece, rivitalizzano il Napoli. Vucinic stavolta non fa il miracolo, ci si mette pure la jella: l’autogol di Juan affossa una Roma inguardabile. La strada che porta in Paradiso è nella direzione opposta.