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Inter-Juve, sfida dei veleni

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Adistanza di poche ore pare ripetano la lezione imparata sugli stessi libri di scuola: «L'intensità deve essere alta in campo, non in tribuna - aveva detto lo spagnolo - vengo dall'Inghilterra, dove si andava in campo sempre senza problemi. Dobbiamo farlo pure qui, anche perché tutto il mondo ci guarda». Bene, bravo, bis. Con Del Neri che sottoscrive in pieno aggiungendo che di «calciopoli non ci deve importare nulla. Pensiamo a giocare a calcio». Se sarà così anche sugli spalti, a Torino e a Milano, tanto meglio. Stasera, in ogni caso, sarà derby d'Italia. Vincendo, la Juve agguanterebbe i nerazzurri e si lancerebbe verso un'autostima infinita: «Possiamo farcela, siamo in crescita e a Manchester lo abbiamo dimostrato», ha detto Del Neri. In attacco, probabile accoppiata Amauri-Iaquinta: Aquilani potrebbe fare poi coppia con Melo, Grygera coprirà le avanzate di Krasic. In casa Inter, Benitez non ha convocato gli infortunati Samuel, Zanetti e Pandev: Cordoba, Stankovic e Biabiany i sostituti. «Le armi che ho usato negli ultimi anni per mettere in difficoltà i nerazzurri sono state attenzione e aggressività - ha spiegato ieri Del Neri che, con l'Inter di Mou, ha vinto sia guidando Atalanta che Samp - sono caratteristiche che possiede anche questa Juve: tenuto conto che il tasso tecnico dei miei attuali giocatori è superiore a chi allenavo prima, non potremo che fare bene. Se firmo per un pari? Mai».

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