Cori e sfottò: l'aquila Olimpia divide i romani
Ed ora come la mettiamo? Possibile che uno scafato come Lotito non abbia subodorato lo scherzone che si preparava ai danni della sua creatura alata? Possibile che non abbia riconosciuto la matrice romanista sul clamoroso risultato del sondaggio lanciato su internet per dare un nome all'aquila che ha portato la Lazio in testa alla classifica? Eppure avrebbe dovuto insospettirsi, il Presidentissimo, quando ha scoperto che le caterve di voti per Olimpia (uno dei quattro nomi tra cui scegliere), quei voti che hanno sovvertito al fotofinish l'esito del sondaggio (che fino a quel momento premiava Vittoria), provenivano da un server situato a Trigoria... Ma il numero uno biancoceleste non aveva battuto ciglio neanche quando il nome Skeggia, che era in testa all'inizio della tenzone, era stato associato (sempre dalla nemesi giallorossa) alla protagonista del film «Galline in fuga»: lo sanno tutti che un'aquila non può avere un nome da polleria, è proprio vietato deontologicamente. Eppure Lotitus, inebriato dai successi in serie della squadra e dal volo verso la vetta del campionato, non ha preso le dovute contromisure (decidendo da sé, come in genere fa). Così oggi l'aquila Olimpia rischia seriamente di essere esposta allo sfottò della Curva Sud, rappresentanti della quale sono stati visti all'Auditorium a provare il coro «Mia cara Olimpia, mettete 'n pompa, che quel grillaccio del Marchese sempre zompa!», mutuato dal mitico Marchese del Grillo sordiano. Edy Reja, che, visibilmente ingelosito dai risultati del volatile, progetta di arrivare in panchina al derby in deltaplano direttamente da Monte Mario, si limita a un commento ecumenico: «Rapace sia con voi». Amen.