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Il mercato «vero» dove sta?

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Mentrea Parigi tutte le case lustrano al meglio le novità del momento e si mettono in mostra con coda da pavone, un quesito resta a volteggiare nell'aria. Ma il mercato dell'auto che fine ha fatto? Già, perchè i conti veri, quelli dai quali si capirà in che condizioni è realmente il mercato italiano dell'auto, si faranno solo a fine anno. Si faranno cioè quando, stornati gli incentivi governativi e tutto il resto, emergeranno le cifre: quelle vere. Aspettando una boccata d'ossigeno «ecologica» dal Governo, l'auto italiana si appresta così a chiudere l'anno con qualcosa tipo 300 mila vetture in meno rispetto al 2009: cifra che va quasi raddoppiata se il confronto è fatto con l'anno prima ancora. La nuova linfa vitale che potrebbe rimettere in piedi l'Italia in questo senso, ha il volto sofferto dalle auto cosiddette «pulite»: prima ibride, ora sempre più elettriche. Per farlo c'è bisogno di cambiare mentalità, di capire che «serve» prendere un'altra direzione, ma soprattutto c'è bisogno di aperture da parte delle istituzioni: e non solo incentivi economici, ma anche di tipo amministrativo come la possibilità di entrare nelle aree pedonali chiuse alle auto convenzionali o sgravi fiscali più consistenti perchi sceglie di guidare «verde». Ma purtroppo anche in questa classifica l'Italia viaggia meledettamente in coda e la risposta del pubblico alle nuove proposte ecologiche non è granché: si parla di cifre che stanno molto al di sotto dello 0,5%, mentre nel resto del mondo il dato è almeno doppio se non triplo. Servirebbe una rivoluzione culturale di fatto impossibile, per un popolo inquinante e rumoroso come quello italiano. Così, nel frattempo, non resta che godersi il meglio che offre la produzione auto del momento. E a Parigi ci sarà solo l'imbarazzo della scelta.

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