La caduta di Contador
Nelgiro di pochissime ore ci siamo ritrovati con il numero uno del movimento, Alberto Contador, vincitore di tre Tour de France e di altre corsette come Giro e Vuelta, positivo al clenbuterolo; con altri due spagnoli (Ezequiel Mosquera, secondo all'ultima Vuelta alle spalle di Nibali, e il suo compagno e fedele gregario David García Dapena) inchiodati dall'antidoping a una sostanza emodiluente, l'idrossietilamido; e - visto che naturalmente noi in Italia non dobbiamo mai restare indietro - con la notizia di perquisizioni in casa di Riccardo Riccò e del ritrovamento di una cinquantina di non meglio identificate pasticche: il modenese, già squalificato da luglio 2008 all'inizio di quest'anno per la mitica Cera al Tour, è coinvolto nell'indagine che ha portato all'arresto del cognato Enrico Rossi, anch'egli corridore professionista, e di altri soggetti imputati per traffico di sostanze illecite. Su questo fronte gli indagati (tra i quali, dalle ultime ore, anche lo stesso Riccò) sono già decine, e ci aspettiamo evoluzioni di un certo rilievo nei prossimi giorni. Ma torniamo a Contador, il cui caso è naturalmente quello che ha fatto più scalpore, con la positività risalente al 21 luglio (durante il Tour de France vinto da Alberto). La sostanza del giorno è il clenbuterolo, e non è una delle più celebri, ma può avere un effetto anabolizzante (quindi doping diretto), o emodiluente (quindi doping di supporto). Il punto è che nelle urine del campione madrileno questo clenbuterolo è stato trovato in concentrazioni ultraminime, e lontane dal costituire prova provata di doping, anzi. Lo spagnolo sostiene che tale sostanza è il frutto di un'intossicazione alimentare patita durante il Tour (a causa di un filetto), e in una (emozionata) conferenza stampa ieri ha spiegato le sue ragioni, incontrando peraltro anche un certo credito da parte di stampa e istituzioni. Però al momento Alberto Contador è stato ovviamente sospeso, in attesa di ulteriori approfondimenti scientifici da parte degli esperti dell'Unione Ciclistica Internazionale (che tra l'altro ha provato a tener nascosta la cosa) e della Wada. Seguiranno sviluppi: come sempre, nel ciclismo.