Da Chinaglia a Baggio, i ribelli della sostituzione

Maa cominciare dall'ormai celebre gesto di Chinaglia che ai Mondiali del '74 mandò a quel paese pubblicamente Valcareggi, colpevole di averlo sostituito con Anastasi nella partita contro Haiti, di gesti di ribellione clamorosi nel calcio ce ne sono stati molti. C'è stato anche Carnevale che ai Mondiali 1990 mandò a quel paese il ct Vicini che lo aveva sostituito con quello Schillaci rivelatosi poi provvidenziale. È entrato ormai nella memoria collettiva il «questo è matto» sussurrato da Baggio ai Mondiali di Usa '94 contro Sacchi che contro la Norvegia lo richiamava in panchina dopo l'espulsione di Pagliuca. Memorabile per Roby Baggio, ora a capo del settore tecnico della Figc, fu anche quando al Bologna, per protesta contro quell'Ulivieri che ora collabora con lui in federcalcio e all'epoca lo voleva mandare in panchina, lasciò il ritiro per tornare a casa. Nella galleria - ma alla categoria «insulti» - figurano anche quelli rivolti nel '97 a Eriksson da Signori in un Rapid Vienna-Lazio di Uefa, per non parlare delle scaramucce e dei rifiuti di Panucci con Lippi, Capello e Spalletti. In casa Roma si ricordano il «Vaffa» di Montella a Capello nell'anno dello scudetto e le bizze del brasiliano Renato, che ora è curiosamente diventato un tecnico maniaco della disciplina. E a proposito di sudamericani, nella Firenze di Trapattoni fecero scalpore le follie di Edmundo, che una volta mandò platealmente a quel paese Trapattoni che lo aveva sostituito nel corso di un match contro la Roma. C'è stato anche Christian Vieri che, avendo fiutato aria di esclusione, lasciò il ritiro nottetempo spiegando che nella sua stanza faceva troppo caldo. Pur di evitare la panchina, ogni scusa è buona.