Lazio d'alta quota
«La Lazio sta prendendo corpo, stiamo crescendo gradualmente, stiamo dimostrando che siamo più di una sensazione positiva». Tre ragioni per sognare: organico, carattere e ritrovata armonia con i tifosi Hernanes promette: «Siamo molto più di una sensazione positiva». Hernanes, nel suo ormai abituale filo diretto con i media brasiliani, disegna il momento della Lazio. Partita con tanta voglia di dimenticare le sofferenze dell'ultima stagione ma probabilmente senza conoscere fino in fondo le proprie potenzialità. Adesso, dopo quattro giornate, quel quadro sta diventando più chiaro. Presto per guardare la classifica, ma sette punti con un calendario che ha messo di fronte Samp, Fiorentina e Milan sono un bottino importante. «Pensiamo innanzitutto alla salvezza, più avanti potremo ambire all'Europa e magari anche alla Champions». Sono le parole di Brocchi, che dall'alto della sua esperienza fa il pompiere. Ma la sensazione è che la Lazio abbia ancora ampi margini di miglioramento. Da tanti anni i biancocelesti non avevano una rosa così profonda e di qualità. Basta guardare i giocatori che non facevano parte dell'undici titolare contro il Milan: Stendardo, Lichtsteiner, Matuzalem, Zarate e Rocchi. Impossibile considerarli panchinari, più giusto vederli come altre frecce di lusso nell'arco di Reja. Un tecnico che, peraltro, ha dimostrato di non aver problemi a gestire un organico così ampio. Basti vedere le opportunità concesse ai vari Kozak e Cavanda, nonché il salto di Foggia dalla tribuna di Firenze all'undici titolare contro il Milan. E se inizialmente qualche escluso - Mauri e Matuzalem - aveva storto il naso, da alcune settimane le polemiche sono state spazzate via dalla compattezza. «Rimaniamo uniti e possiamo andare lontano», ripetono i giocatori. Se poi anche Zarate accetta la panchina con serenità e impegnandosi sempre più in allenamento, i segnali sono davvero positivi. A proposito dell'argentino: se anche lui dovesse ritrovare la vena dei tempi migliori, la Lazio farebbe il definitivo salto di qualità. Accanto all'armonia nello spogliatoio si è ritrovata quella tra squadra e pubblico. Prima dell'inizio della sfida col Milan i tifosi hanno chiamato i giocatori sotto la curva, dopo la gara ci sono stati lunghi applausi. I cori contro Lotito continuano, ma alcune mosse della società, dal mercato all'iniziativa dell'aquila, stanno riportando l'entusiasmo anche tra i più scettici. Cosa manca al quadro? Se si vuole cercare il pelo nell'uovo, contro Fiorentina e Milan la Lazio migliore si è vista solo dopo aver subito gol. Come se ci volesse uno schiaffo per svegliarsi. Come se non ci fosse la totale consapevolezza dei propri mezzi. Da questo punto di vista, la riprova sarà imminente. Nelle prossime quattro giornate la Lazio affronterà Chievo e Bari in trasferta, Brescia e Cagliari in casa. Quattro formazioni in salute ma che, perlomeno sulla carta, sono inferiori ai biancocelesti. Non lasciare troppi punti per strada darebbe a Ledesma e compagni la patente di grande squadra: quella che si esalta contro le corazzate ma non che non si distrae contro le piccole.