Un principe in fuga
Quattro giornate. Trecentosessanta minuti lunghi quattro mesi. Tanto, o sarebbe più giusto dire poco, ha impiegato l'Inter per tornare sola in vetta alla classifica della serie A. L'ultima volta, lo scorso 16 maggio, i nerazzurri festeggiarono il quinto scudetto espugnando il campo del Siena. Ieri sera, più semplicemente, la squadra di Benitez ha sconfitto 4-0 il Bari e staccato il sorprendente Cesena, fermato sul campo del Catania. Il segnale che l'Inter lancia al campionato, però, è altrettanto forte. Chi aveva messo in dubbio la supremazia nerazzurra contestando l'immobilismo estivo della società si starà probabilmente ricredendo. I campioni d'Italia, è vero, hanno sostituito Balotelli con Biabany. E, più in generale, non hanno accontentato le richieste di Benitez, a cui sarebbe bastato un centrocampista come Mascherano per cambiare volto alla squadra. Appena si è reso conto dell'impraticabilità del nuovo progetto di gioco, il tecnico spagnolo ha subito cambiato rotta: niente pressing, addio possesso palla e dominio territoriale, si torna al vecchio 4-2-3-1 che ha fatto la fortuna di Mourinho. Tanto sacrificio, massima attenzione difensiva e letali ripartenze. Per informazioni chiedere al Bari di Giampiero Ventura. I pugliesi sono arrivati a San Siro forti dell'ottimo avvio di campionato (cinque punti in tre giornate con la vittoria all'esordio sulla Juventus) e del solito gioco rapido e collaudato. L'Inter aveva già sperimentato le doti della squadra di Ventura durante lo scorso campionato, quando i biancorossi avevano costretto i futuri campioni d'Italia a due pareggi, sfiorando addirittura la vittoria a San Siro. Avvertimenti che, osservando l'avvio della gara di ieri, sembravano dimenticati dai giocatori nerazzurri. Palla al centro e il Bari in venti secondi crea la più grande delle opportunità. Barreto libera Ghezzal sulla sinistra, cross arretrato per Almiron che, libero, calcia a botta sicura: Julio Cesar è battuto, la conclusione finisce contro il palo. Lo spavento sveglia l'Inter. Il solito scatenato Eto'o comincia a creare scompiglio nella difesa biancorossa. Il camerunese intuisce le difficoltà di Nico Pulzetti, schierato terzino destro da Ventura per ovviare all'assenza di Raggi. Mossa disperata e disgraziata. Da quella parte Eto'o fa ciò che vuole, finché al 27', Milito anticipa Rossi e insacca di testa, tornando al gol che gli mancava proprio dallo scorso 16 maggio. Il Bari prova a riorganizzarsi, ma né Alvarez né Barreto riescono a impensierire Julio Cesar. E così a inizio secondo tempo l'Inter chiude la partita, beneficiando di due incredibili errori di Rossi e Rivas, che concedono due calci di rigore ai nerazzurri: Eto'o realizza e poi esce prendendosi la standing ovation del pubblico. Prima della fine c'è spazio ancora per Milito, che in contropiede realizza il 4-0 finale.