Roma derubata a Brescia
Scandalo a Brescia. Impossibile assistere a uno scempio simile in una partita della massima categoria del calcio italiano: fa male a tutti. Alla Roma già falcidiata da una sequela infinita di problemi tra infortuni, squalifiche e choc vari, ma anche alla credibilità di questo sport al quale, evidentemente, calciopoli non ha insegnato nulla. Al Rigamonti la nuova gestione del post-Collina manda Russo: un disastro. Il fischietto di Nola sbaglia tutto e di più, ma a senso unico. Dà il colpo di grazia a una Roma già comatosa negando due rigori netti alla squadra di Ranieri e concendendone uno inesistente ai padroni di casa che costerà anche il rosso a Mexes che inevitabilmente perderà la testa. Può essere discutibile l'intervento del francese che prende piena la palla (forse però rovina anche un po' su Eder), ma la cosa sconvolgente è che il tutto avviene un metro fuori area. Niente, per l'imperterrito Russo è rigore. Peccato che nella prima frazione di gioco per un fallo molto più netto su Borriello aveva lasciato giocare. E come se non bastasse al 24' della ripresa l'altra enorme svista di Russo. Cicinho la mette dentro ed è evidente il fallo di mano di Hetemaj che stoppa il pallone con il braccio: niente, tutto regolare. Contro un arbitro così questa povera Roma non può nulla. E oggi quando lo sciagurato rivedrà in tv cosa ha combinato in campo, non potrà non vergognarsi. Impossibile pensare a un complotto, ma la mediocrità dei nostri arbitri è divenuta insostenibile per un campionato che pretende di essere tra i migliori del mondo. E l'ammissione di colpevolezza di Russo sono gli otto minuti di recupero concessi a fine gara. Senza attenuanti, Russo non può allenare in serie A, va cacciato! Peccato, perché la squadra di Ranieri, pur senza Totti e De Rossi, aveva giocato forse la miglior partita della stagione. Ma c'è da dire che quando le cose si devono mettere male nella Roma lo fanno davvero. Il Brescia passa grazie al primo gol in serie A del finlandese Hetemaj che sfrutta l'errore di posizione della difesa romanista ancora una volta impreparata. Juan tarda a tornare dopo una sortita in avanti e la posizione di Rosi è a dir poco imbarazzante: ma Mexes non fa molto meglio. Insomma la solita cooperativa dello svarione che permette al Brescia di passare al primo affondo dopo dieci minuti di solo Roma. In vantaggio, la squadra di Iachini si chiude dietro difendendosi anche con nove uomini contemporaneamente. Anche una volta rimasta in dieci per l'espulsione di Mexes la Roma si riversa nella metà campo avversari in cerca della svolta. Ranieri cambia tutto quello che può e mette dentro i tre brasiliani «dimenticati»: Cicinho, Adriano e addirittura Baptista. Non basta ma il gol nel finale di Borriello è almeno un segnale: la Roma è viva, nonostante sia arrivata la quarta sconfitta in sei gare oltre a due pareggi. Sabato contro l'Inter servirà altra roba per non finire in un bagno di sangue. Ma soprattutto servirà un altro arbitro, altrimenti l'Olimpico diventerà un inferno.