Batticuore Inter
L'Interrischia prima di perdere, poi di pareggiare ed alla fine riesce addirittura a vincere portandosi in testa alla classifica e lanciando da Palermo un messaggio chiaro: la corazzata nerazzurra è viva e chiunque punta allo scudetto dovrà farci i conti. Certo, il Palermo non è esente da responsabilità e deve mordersi le mani per aver sprecato l'occasione, forse irripetibile, di piegare i campioni d'Italia e d'Europa. Privi di Sneijder, con Goran Pandev al rientro, e Maicon non ancora al top della condizione, gli uomini di Benitez non si nascondono e aggrediscono subito la partita. Il Palermo, reduce dalle fatiche di Praga in Europa League, rischia anche per colpa di alcune disattenzioni difensive, ma regge. Milito, Eto'o e Stankovic (particolarmente ispirato) ci provano senza successo, ma i nerazzurri devono tenere gli occhi aperti perché, quando i rosanero ripartono, danno l'impressione di poter far male. Il primo tempo, conti alla mano, è di chiara marca interista: l'Inter produce gioco, mantiene il possesso della palla, azioni, occasioni ma sono i padroni di casa a segnare. Lo fanno nell'unica azione che i campioni d'Italia concedono, facendosi trovare impreparati in una fulminea ripartenza. L'asse Ilicic-Pastore, i due rifinitori che Rossi ha scelto a variazione del modulo 4-3-1-2, funziona a meraviglia e i nerazzurri finiscono al tappeto come la meno attrezzata delle provinciali. Il Palermo, di contro, si trova in vantaggio quasi senza volerlo e sicuramente oltre i propri meriti. Il bello, però, deve ancora venire. Il secondo tempo, infatti, è ancor più interessante del primo, con l'Inter che rischia tantissimo quando Pastore organizza il contropiede. Già al 5' il Palermo potrebbe raddoppiare con Bacinovic, uno dei due sloveni prelevati dal Maribor e all'esordio casalingo, ma Julio Cesar si ritrova il pallone fra le braccia, quasi incredulo, e ringrazia per l'altruismo. La squadra di Benitez spesso attacca a pieno organico, tanto da far pensare che, se ci credesse davvero, il Palermo potrebbe farle davvero male. Invece, i rosanero subiscono prima il pari, quindi vengono messi sotto da Eto'o che, oltre a saper fare il terzino (emblematica una chiusura su Cassani, a ridosso della propria area), riesce anche a riscoprirsi bomber implacabile, come ai tempi dei Barcellona. Il Palermo subisce il colpo, si riporta in avanti e recrimina prima per un palo di Pastore, colpito da distanza ravvicinata (complice una deviazione di Julio Cesar), quindi per un paio di rigori non concessi dall'arbitro Romeo (uno su Cassani e l'altro su Pinilla). Dopo essersi meritato la sconfitta, al Palermo stava anche riuscendo una rimonta quasi insperata. Alla fine, se avesse pareggiato, nessuno si sarebbe scandalizzato.