Lazio provaci
Se Atene piange Sparta non ride. Mentre da un lato del Tevere ci si lecca le ferite dopo la sconfitta di Monaco e la querelle Totti-Ranieri, anche dall'altro affiorano malumori e tensioni. Per certi versi inspiegabili. Per la Lazio di Reja quella di Firenze è una trasferta importante, non lo nega neanche l'allenatore, che spera di vedere in Toscana il vero volto della sua squadra, che vorrebbe «grintosa, sicura dei propri mezzi, capace di imporre il gioco anche in trasferta». È importante perché è la prima gara di un trittico terribile, che vedrà poi l'arrivo del Milan all'Olimpico mercoledì e la trasferta a Verona di domenica. Ma anche perché segue la sconfitta di Genova e la vittoria col Bologna, due prestazioni che hanno dato indicazioni contrastanti. Reja non ha gradito alcuni giudizi sul suo operato, si è presentato in conferenza stampa meno disteso del solito. «Non sono confuso, non sono arteriosclerotico anche se ho 65 anni», risponde a chi gli chiede conto dei tanti moduli e uomini utilizzati nelle prime due gare. E spiega che i cambi non sono dovuti alla ricerca dell'assetto giusto, ma solo alla volontà di avere a disposizione una squadra sempre diversa, adattabile, capace di non dare punti di riferimento agli avversari. Una squadra che deve anche sapersi adattare a chi ha di fronte. Quindi, con la Fiorentina, fasce ben presidiate con un prudente 4-4-1-1. Davanti alla difesa confermata agiranno Ledesma e Matuzalem al centro, Mauri sulla destra e Bresciano sulla sinistra, con questi ultimi due pronti ad affiancare Hernanes in fase offensiva in un 4-2-3-1 con Rocchi unica punta. Floccara ancora indisponibile, Brocchi e Gonzalez, che sembravano in ballottaggio per una maglia da titolare, entrambi in panchina. Sempre che siano veramente queste le reali intenzioni di Reja, apparso più che mai desideroso di nascondere fino alla fine la formazione. Unica certezza dovrebbe essere la prima esclusione dall'undici titolare di Maurito Zarate. Ma anche su questo il tecnico puntualizza: «Ha le stesse chance degli altri di giocare, in settimana si allena bene, sorride, è inutile fare sempre polemiche». Reja, insomma, vuole più tranquillità intorno alla Lazio. Troppi casi dopo un avvio di stagione tutto sommato accettabile. Un clima teso che, paradossalmente, fa sembrare tremendamente decisiva già la terza partita di campionato.