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Campionato sottosopra

L'allenatore del Chievo Stefano Pioli

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Sembra la classifica della serie B, ma altro non è che la «nuova» serie A. Equilibrata all'inverosimile, dove «spesa», almeno finora, non fa rima con risultato. Chievo in vetta alla classifica da solo, con Cagliari e Cesena subito a ruota. E le grandi? Ad inseguire con ingiustificato affanno, a partire dalla corazzata nerazzurra pluridecorata che ha fatto il «triplete» con Mourinho, e vinto il quarto titolo con Benitez prima di inciampare sull'Atletico Madrid. Per non parlare del Milan dei miracoli, quello del redivivo Ibrahimovic, colpo in extremis del premier e tornato in Italia per spaccare il mondo. Per il momento ha spaccato solo a metà la tifoseria rossonera. L'unico dato vero e concreto è che il suo stipendio annuo supera di settecentomila euro l'ingaggio totale dei giocatori dell'intera rosa del Cesena: proprio la squadra che ha umiliato il Milan con gioco, voglia e fantasia, nella seconda uscita di questo insolito campionato. Non è andata meglio alla Roma, quarta nella classifica del monte ingaggi della massima divisione italiana, fermata sul pari all'esordio casalingo proprio dalla matricola cesenate, prima di franare in maniera imbarazzante a Cagliari: altra squadra che viaggia in coda alla classifica dei soldi spesi ogni anno per i suoi giocatori. Tra la squadra di Ranieri e quella di Bisoli ci sono quasi 70 milioni di differenza: 68 per la precisione. Ma volendo giocare con i numeri c'è da diventar matti. Tanto per fare un esempio le quattro grandi del campionato di Serie A (Inter, Milan, Juve e Roma) hanno complessivamente meno punti (9 in totale) delle due rivelazioni della stagione: Chievo (solo in testa) e Cesena (secondo in compagnia di Cagliari, Sampdoria, Bari e Inter)che insieme viaggiano a quota 10. Il monte ingaggi? Imbarazzante il parametro tra le due realtà: 434 milioni per le big, contro 22 delle due piccole che le hanno comunque umiliate in questo avvio di stagione. È evidente come il gioco non valga la candela, anche se c'è da scommettere che da qui a poco le cose cambieranno in testa alla classifica. Intanto il miracolo economico del Chievo è preso esempio un po' da tutti e in questo momento di grande agitazione sul fronte «contratto» i calciatori farebbero bene a tenerlo presente. Altro esempio di virtuosismo economico è il Brescia, terzultimo in questa speciale classifica, che fra l'altro, oltre a essere davanti a squadre ben più blasonate come Genoa, Napoli, Fiorentina, Juve, Roma, ha in organico il giocatore meno pagato della serie A, Antonio Filippini, che si deve «accontentare» di 500 mila euro, davanti a Lecce (13,8) e Cagliari (14,8). Tornando agli esempi «scomodi» c'è da segnale che il monte ingaggi del Chievo capolista è inferiore al costo di Ronaldinho (7,5) ed Eto'o (8) messi insieme. Questo per quanto riguarda il campionato, ma le cifre legate alla Champions League non fanno che aumentare il disagio per l'imponente cifra spesa dei grandi club. Secondo un'indagine di Stage-Up Sport&Leisure Business diffusa ieri, l'Inter dopo li successo nella scorsa edizione, è salita al quarto posto nella classifica dei ricavi ottenuti dalla Champions League: 174.521.932 euro. Classifica che vede comunque tre squadre inglesi nelle prime tre posizioni e il Milan «solo» nono con poco oltre 154 milioni di euro. Fuori dalla top ten, ma in dodicesima posizione è collocata la Roma a quota 96,7 milioni in quattro edizione disputate. Insomma, tutto il mondo è paese, anche se in Inghilterra le grandi continuano a restare tali... anche agli esordi.

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