The Italian Job
E venne il giorno dell'apoteosi. È un successo di squadra: senza la determinazione di Alonso la Ferrari non ce l'avrebbe fatta, senza il cambio gomme magistrale degli uomini in rosso lo spagnolo non sarebbe salito sul gradino più alto del podio dopo l'errore in partenza. La Rossa vince a valanga il Gp d'Italia e riapre il Mondiale più equilibrato degli ultimi anni; è la sua 18ª vittoria a Monza, nessuna squadra qui ha fatto meglio. Pole, giro veloce e vittoria invece per il campione di Oviedo che bissa allo stesso modo la vittoria del 2006 a bordo della McLaren ed eguaglia Fangio con 24 successi. Alonso primo, Massa terzo e meccanici impeccabili. «È una vittoria che posso confrontare solo con Barcellona nel 2006, la mia gara di casa - ha raccontato Alonso -. È una sensazione fantastica. È stata dura, contro un avversario molto forte come Button, che ha guidato senza mai un errore né una sbavatura. Il team ha fatto un ottimo lavoro, merito suo se l'ho superato». In delirio gli 85.000 spettatori (quasi record di presenze) che si aspettavano una magia. «I buoni risultati danno fiducia e motivazioni - ha aggiunto il numero uno dei piloti del Cavallino - adesso dobbiamo cercare di arrivare sempre sul podio. Il campionato si deciderà sulla costanza e la regolarità». Al contrario di quindici giorni fa, in Belgio, ieri ha funzionato tutto. Il pacchetto aerodinamico, il motore nuovo (che dovrà arrivare a fine stagione), le modifiche, i test del venerdì. I timori erano concentrati sulla prima curva, un imbuto scenario di epiche ammucchiate: era importante arrivare primi. L'ex iridato sbaglia ed è secondo dietro a Button partito come una molla, per poco non si fa passare anche da Massa. Duello vero con il compagno di squadra che, con meno grip sulla parte sporca della pista, è costretto a lasciarlo passare. Alonso tocca anche il posteriore della McLaren per fortuna senza danneggiare il musetto. Il gruppo si sgrana subito con i primi tre attaccati l'uno ai tubi di scarico dell'altro. La differenza degli assetti nel settore centrale: Button ha molta aderenza grazie a un alettone posteriore decisamente carico, Alonso, all'opposto, ha una maggior velocità in rettilineo ma più difficoltà in frenata. Per il resto si marcano a uomo in attesa dell'unico pit-stop spostato ben oltre metà gara. Due le chiavi per capire questo Gran premio: la partenza e la svolta ai box. Il team era chiamato all'arduo compito di recuperare lo sbaglio al via. Il miracolo è racchiuso in 8 decimi. 22”e 9 il cambio gomme per Button al 36° giro e 22” e 1 per Alonso che prima di rientrare (37°) ha spinto sull'acceleratore per garantirsi un margine di sicurezza. L'uscita dai box al cardiopalma: questione di pochi metri, ma nonostante le gomme fredde, con determinazione l'ex iridato ha tenuto dietro il rivale fino alla fine permettendosi anche il brivido di un lungo a tre giri dal traguardo. Le monoposto di Maranello hanno brillato anche con i pneumatici duri e dunque da questa Ferrari si può ripartire fiduciosi considerando che Massa è sulla strada del recupero: è pronto a coprire le spalle ad Alonso nelle ultime sfide. Esulta la Ferrari, piange Hamilton, zero punti per il britannico. Non ne ha imbroccata una per tutto il weekend: prima il set up sbagliato, leggi niente ala soffiata, poi lo scatto iniziale. Solo lui vede una porticina dove infilarsi per guadagnare posizioni ma lo spazio non c'è e va a sbattere sulla fiancata posteriore sinistra della monoposto di Massa. Braccetto piegato e immediata uscita di scena: «Ho fatto un errore, capita. Peccato ma per il Mondiale non è ancora finita». Recita il mea culpa ma questi sono sbagli non degni di un fuoriclasse. E non c'è dubbio che lui lo sia. Mai veramente in gioco le Red Bull. Limitano i danni improvvisando la strategia (cambio coperture, da morbide a dure, all'ultimo giro) di Vettel, quarto, e portando Webber, falsa partenza come a Spa, in sesta posizione. Ma dove sono finite le vetture volanti della prima parte del Mondiale? Piccolo giallo tra il 21° e 22° giro quando il tedesco ha rallentato visibilmente per far passare Webber. Ordine di scuderia o vero problema al motore? In mezzo a loro la Mercedes di Rosberg, ottavo Kubica su Renault, nono l'ex re del circuito brianzolo, Schumacher. Settimo Hulkenberg, che ha fatto innervosire non poco Webber in fase di sorpasso, e Barrichello decimo. Fuori dai punti gli italiani Trulli e Liuzzi. La corsa al titolo iridato ricomincia da Singapore. Hamilton ha perso il comando della classifica, 182 punti contro i 187 dell'australiano Webber. Tra i pretendenti all'alloro ancora Button e Vettel, ma soprattutto Alonso risalito a 166 lunghezze. È minaccioso, è galvanizzato, è un guerriero.