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Fattore B

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Borriello

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Si riparte! E stavolta per davvero dopo quell'anticipo infausto che ha staccato la coda alle ferie di mezza Italia e costretto qualcuno a correre ai ripari. Un break addolcito solo dalle buone notizie arrivate dall'avventura azzurra di Prandelli che pur contro le ultime della classe ha ridato lustro e stimoli a un gruppo svuotato dall'ecatombe sudafricana. Si riparte con la stessa voglia, ma con nuovi propositi aspettando gli effetti del «fattore B»: quello che di fatto ha scombussolato i vecchi parametri di una serie serie A fin troppo rassegnata al predominio nerazzurro. «B» come Berlusconi tornato pensatemente a mettere le mani sul suo Milan (stasera impegnato a Cesena) prima rinnovando con Allegri e poi piazzando la bomba Ibrahimovic acquistato proprio mentre i rossoneri spianavano all'esordio il Lecce a San Siro. Lo svedese è l'uomo che può spostare molto i valori di questo campionato (Inter docet). «Le elezioni non c'entrano» si è apprestato a spiegare sull'argomento il Premier a chi insinuava connessioni tra il colpo di mercato e una campagna elettorale forse inevitabile. «B» come Benitez il normal one arrivato a Milano per far dimenticare uno «special» che manca all'Inter quanto l'Inter manca a lui. Il tecnico spagnolo dopo lo scivolone in Supercoppa contro l'Atletico Madrid e il brutto avvio a Bologna che ha portato in cassa un solo punto, è chiamato alla risposta. Deve mostrare, già da questo pomeriggio a San Siro contro l'Udinese, al «suo» nuovo presidente che quanto di buono fatto al Liverpool non era solo frutto di un alchimia astratta ma tutta farina del suo sacco. Nel frattempo si è però già ben calato nel ruolo di interista e ieri, a chi gli continuava a parlare di un Milan divenuto favorito dopo l'arrivo di Ibra e Robinho, ha risposto seccamente: «Anche prima della finale di Champions a Istanbul erano favoriti». Touché... E infine «B» come Borriello l'uomo arrivato a Roma per rinforzare un reparto offensivo che rischiava di rimanere aggrappato «solo» al solito Totti: che resta comunque il migliore e il più in forma dei romanisti visti in questo avvio di stagione. Anche l'arrivo dell'ex milanista, quello che la stessa Rosella Sensi ha definito essere «probabilmente» l'ultimo acquisto della sua gestione, è di quello che cambiano i valori in campo. In coppia con Totti Borriello può essere la marcia in più della prima Roma «vera» di Ranieri, quella che potrebbe consacrarlo tra i tifosi che sognano di poter vincere qualcosa: meglio se con un condottiero romano e romanista. Per farlo il tecnico giallorosso dovrà innanzitutto fare i conti con vecchi tabù, come quello di oggi a Cagliari dove la Roma non vince da quindici anni. Lo ha chiamato un campo «non amico» tanto per usare un eufemismo, perchè con i punti lasciati nelle mani dei sardi lo scorso anno la Roma avrebbe vinto lo scudetto. Parola che resta ancora tabù (un altro) all'interno delle mura di Trigoria dove l'unico obiettivo al momento è quello di limitare i danni: aspettando l'arrivo del nuovo messia. E poco importa se le sua iniziali non inizieranno per «B»: a quel punto saranno solo miseri dettagli.

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