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L?osservatorio

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Halasciato il segno, soprattutto per la Roma, il doppio impegno europeo, nessuno risarcirà i danni patiti. Vigilia segnata dallo scontro tra Lega e Assocalciatori, il più anomalo dei sindacati. Duro, immaginare Ibra con la tuta blu del metalmeccanico, uno sciopero che non troverà un solo cenno solidale neanche dai parenti dei giocatori, privati delle immagini predilette. Prima a scendere in campo l'Inter, buon test per i campioni l'Udinese delusa dal passo falso interno con il Genoa, c'è da cancellare il mezzo passo falso di Bologna: ma è chiaro che, nonostante i fuochi d'artificio prodotti dai cugini, la pole position resta nelle mani dei nerazzurri. Allegri porta tutte le sue stelle a Cesena, dove la neopromossa tenterà di isterilire, come le era riuscito all'Olimpico, l'estro brasiliano degli ambiziosi visitatori. Forse il compito più impegnativo è quello che attende la Roma, da quindici anni in attesa di una vittoria a Cagliari, pur essendoci andata molto vicina nelle ultime stagioni. A Claudio Ranieri la parentesi europea ha creato evidente malumore, fuori Riise per un mese, Mexes, Vucinic e Okaka ai box dopo le due partite giocate con le rispettive Nazionali, più Taddei fermato dai rinnovati disagi dei campi di Trigoria, guai ricorrenti. Messaggi neanche troppo crepitai, quelli lanciati ieri dal tecnico: alla società per far capire come l'arrivo di Borriello non azzeri il fallimento della campagna in uscita, forse anche ai giocatori per ritrovare la compattezza del gruppo che aveva fatto le fortune dell'ultima stagione. Probabile il «rombo», De Rossi chiamato al sacrificio per non lasciare esposto a tutti i venti l'esordiente Castellini. Paradossalmente, in panchina ci saranno Cicinho e Julio Baptista: senza colpe il primo, che nessuno ha cercato, per l'altro forse non sarebbe stato inutile il muso duro di una società che non ha, per altro, punti di riferimento certi.

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