Indesiderati

La situazione è grave, ma non seria. Nel senso che avere sette, o forse più, giocatori ai margini della prima squadra non fa certo piacere a Edy Reja. Ma, al tempo stesso, non si parla di elementi come Ledesma o il rimpianto Pandev, che l'anno scorso erano esclusi ufficialmente per motivi tecnici mentre i loro compagni rimediavano scoppole all'Olimpico e fuori. La Lazio 2010/11 è ripartita ancora con una rosa troppo ampia, 33 calciatori, e un allenatore che aveva chiarito fin dall'inizio di voler puntare solo su due elementi per ruolo. Tenendo presente gli infortuni sempre dietro l'angolo, al massimo 24-25.   E così i vari Scaloni, Manfredini, Correa, Firmani e compagnia bella si allenano a Formello, con pochissime possibilità di giocare una gara ufficiale. Sembra di rivedere il film della passata stagione, quando i cosiddetti ribelli erano costretti ad allenarsi a parte, in orari diverso e con un altro tecnico. Una situazione che violava il contratto collettivo dei calciatori e che portò Pandev a fare ricorso, vincendolo, al collegio arbitrale della Lega. Una vicenda giudiziaria (non ancora conclusa: la Lazio si è rivolta al tribunale civile e ora la parola è alla Cassazione) che ha causato una perdita economica notevole nelle casse della società, avendo perso a zero uno dei calciatori con più estimatori. Quest'anno il rischio è minore. Difficilmente, se qualcuno tra Bonetto o Bizzarri dovessero fare causa e vincerla, qualcuno a Formello si strapperebbe i capelli. E anche il monte ingaggi da corrispondere ai giocatori ai margini della rosa non è un macigno insopportabile: poco più di 3 milioni e mezzo. Resta il rammarico per una situazione che con maggiore buona volontà da parte di tutti si sarebbe potuta risolvere in maniera indolore. Al di là di elementi «intransigenti» come Manfredini, che fin dall'inizio ha rifiutato qualsiasi destinazione alternativa e ha allertato i propri avvocati, gli altri esclusi si erano dichiarati pronti a fare le valigie per andare a cercare gloria e soldi altrove. Poi, però, per un motivo o per l'altro è tutto saltato. La trattativa Firmani-Cesena si è persa misteriosamente nel nulla, quella Perpetuini-Triestina è svanita l'ultimo giorno di mercato per pochi spiccioli, Artipoli e Quadri hanno rifiutato squadre di serie B o Lega pro, Bonetto ha visto sfumare il Livorno anche in questo caso per una differenza risibile tra domanda e offerta. Ora c'è il mercato di gennaio per cercare di porre rimedio, salvo colpi di scena verso quei Paesi (Romania, Emirati Arabi ecc) dove le trattative sono ancora aperte. Nel frattempo, c'è qualche mese da passare insieme nel miglior modo possibile. Non a caso Reja, da gran mediatore (vedi il caso Ledesma), ha radunato i giocatori in esubero per parlare con loro e cercare una soluzione. Firmani, dal canto suo, starebbe valutando l'ipotesi di rescindere il contratto con l'accordo di Lotito: tanto che gira voce di una sua prossima conferenza stampa. La possibilità che si ricorra ancora al tribunale, in fondo, è la più remota. Il contratto collettivo dei calciatori è scaduto e non è strato prorogato. Gli atleti dovrebbero rivolgersi alla giustizia civile. E, con la durata media di una causa, si rischia che il tempo risolva le cose ancora prima della sentenza.