Annamo a vince
C'era tutta la nomenklatura giallorossa a raccogliere i frutti dell'effetto-Borriello a Trigoria. Il bomber di peso richiesto da Ranieri è arrivato, ha incontrato i nuovi compagni di squadra (non ancora il tecnico che tornerà solo domani da Nyon), si è allenato con il resto del gruppo e poi ha fatto la sua prima apparizione nella sala «Champions» del Fulvio Bernardini: quella delle grandi occasioni gremita come nei tempi migliori. Poi l'ennesimo bagno di folla grazie alla società che ha aperto i cancelli ai tifosi. Una roba che deve fare un certo effetto, almeno a sentire le parole di un Borriello evidentemente impressionato dall'onda mediatica che il suo arrivo ha scatenato nella capitale. Quasi in cinquecento ad attenderlo mercoledì a Ciampino, quasi mille ieri a Trigoria per assistere al suo primo allenamento con la maglia numero 22 della Roma. «Mi fa effetto vedere così tante telecamere e questo mi fa capire molto su Roma: qui la città e la piazza sono grandi». Il primo passaggio della sua nuova vita parte, nel giorno del buonismo, inevitabilmente dai ringraziamenti. «Se sono qui lo devo alla Sensi: a convincermi è stata la passione che mi ha trasmesso. Ho accettato di venire a Roma perché questo è un grande progetto fatto attorno a una grande squadra. Posso dire ai tifosi che mi impegnerò al massimo e che darò l'anima. Io ho molte motivazioni e in questo sport sono la cosa più importante». Il secondo passaggio chiave è sulle ambizioni di questa Roma che con Borriello ritorna nella lista delle candidate al ruolo di anti-Inter. Anzi, per l'ultimo arrivato se la giocherà alla pari con Inter e Milan sui tre fronti. «Assolutamente si! La Roma era una squadra completa ancor prima del mio arrivo, ora ci sono anche io e siamo sempre più competitivi. Abbiamo ottimi ricambi e per me i sogni sono più di uno, perché saremo competitivi su tutti e tre i fronti: Champions compresa. Ma sappiamo che sarà un campionato difficilissimo». Sveglio è sveglio, da napoletano doc, che ha perso però del tutto l'accento partenopeo grazie a una vita trascorsa a Milano e dintorni, ha già capito qual è la chiave per smuovere il cuore, già in fermento, dei tifosi romanisti. «Si in effetti la mia vita cambia radicalmente, essere qui significa mettermi in discussione, per questo sono venuto. Sento molte responsabilità già da ieri con tutti i tifosi e le telecamere al mio arrivo a Ciampino. Ovviamente ci può essere anche un effetto boomerang ma a me non interessa, sto benissimo fisicamente e mentalmente, ho ventotto anni e sono al top della condizione: farò bene di sicuro». Ad aspettarlo una Roma partita con il piede sbagliato, ma che ha al suo interno comunque un potenziale enorme. «Per me è un onore giocare con i campioni di questo calibro, per non parlare di Totti che ha fatto la storia di questo club». E forse anche per questo ha scelto di venire alla Roma piuttosto che andare alla Juventus: altra squadra che lo aveva cercato. Anzi, rinforza il concetto raccontando gli sms dei romanisti e nello specifico quello di De Rossi che gli preannunciava una stagione record con la Roma. «È vero, ne ho ricevuti tanti. Poi De Rossi me ne ha mandato uno che mi fa venire ancora la pelle d'oca: qui c'è passione, i giocatori oltre che professionisti sono tifosi. Cosa diceva il messaggio? È privato ma in sintesi diceva che stava iniziano la stagione sportiva più bella della mia vita e chiudeva con un "annamo a vince'!" Poi ci ho messo un secondo a dire sì». Roma e Borriello un binomio scritto dal destino che già in passato li aveva avvicinati quando un giovanissimo Marco venne più volte a Trigoria per fare dei provini in giallorosso. «Vero - chiude ridendo - ne feci più di uno perché io giocavo in una squadra affiliata alla Roma. All'epoca però Conti mi diceva che ero bravo ma non crescevo. Poi a quattordici mi prese il Milan: ma ero ancora piccolino di statura...». Ora, a ventotto anni suonati, al top della sua carriera calcistica, Borriello ha la grande occasione per dimostrare di essere un giocatore all'«altezza». Un giocatore da Roma!