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Le spine della Roma

Ranieri durante l'allenamento della Roma

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Due partite, altrettanti regali. La Supercoppa all'Inter, due punti al Cesena neopromosso: in casa Roma è già tempo di processi. Costruttivi. Perché c'è tutto il tempo per correggere antichi e nuovi difetti e ripartire di slancio alla ripresa del campionato e della Champions tra due settimane. Domani pomeriggio la squadra si ritroverà a Trigoria senza i nazionali (De Rossi, Menez, Mexes, Nicolas Burdisso, Vucinic, Riise, Lobont e Okaka), a Ranieri e Montali il compito di dare la prima «strigliata» della stagione. La partita con il Cesena ha confermato i primi sospetti emersi a San Siro. Tanti giocatori fuori condizione, confusione tattica e un effetto pari a zero scaturito dal mercato. Tra i 14 giocatori utilizzati da Ranieri sabato non c'è neanche un acquisto degli ultimi due anni. Due nuovi innesti, Adriano e Castellini, erano in tribuna. Altri due, Simplicio e Burdisso jr in panchina, mentre il fratello maggiore dell'argentino è arrivato troppo tardi per essere schierato con il Cesena. Emblematici i casi dei due brasiliani. Adriano è il fiore all'occhiello della campagna acquisti ma ci vorranno mesi per farlo tornare un giocatore utile alla causa, Simplicio si è portato dietro problemi fisici da Palermo e ha saltato buona parte della preparazione. Le due settimane di sosta gli faranno bene, come a tanti altri ancora in ritardo di condizione. Juan, Riise, Perrotta e Taddei, per esempio. De Rossi è un caso a parte. Il giocatore pazzesco ammirato nell'era Spalletti è scomparso tra problemi fisici (schiena su tutti) ed extracalcistici. Ranieri aspetta invano il vero De Rossi da quando è arrivato sulla panchina giallorossa, sta provando a recuperarlo sul campo ma la sua pazienza è quasi esaurita: la sostituzione di sabato scorso è un segnale preciso. L'altro uomo simbolo della falsa partenza è Vucinic. Svogliato, irritante, fischiato: un triplo salto all'indietro dopo il finale di stagione straordinario dello scorso anno. Il tecnico non è soddisfatto del suo lavoro durante il ritiro, figurarsi del rendimento nelle prime due uscite ufficiali. Mancano i suoi gol: finora l'unico che ha segnato è un difensore, Riise. In questo discorso rientra anche Menez. Sì, è in crescita, ma da un attaccante servono soprattutto i gol, materia a lui sconosciuta. Se De Rossi non torna presto ai suoi livelli Ranieri per restituire equilibri alla squadra sarà costretto a sacrificare un uomo davanti: Menez è il primo indiziato. Un quadro allarmante, ma nella Roma qualcosa da salvare c'è. E si chiama, tanto per cambiare, Francesco Totti. Migliore in campo a San Siro e all'Olimpico, il segnale più importante per tornare a pensare positivo.

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