Tessera all'italiana
Il primo atto della rivoluzione è andato in scena all'italiana. Da qualche parte è filato tutto per il verso giusto, altrove ci si è dovuti arrangiare, fare qualche strappo alla regola, trovarsi di fronte a fatti compiuti o mettere in pratica cose non contemplate dalla teoria. Benvenuti, volenti o nolenti, nell'era della tessera del tifoso. Racconto del giorno uno dell'anno zero: due partite di serie A, otto di B e una di Lega Pro. Il giro d'orizzonte degli undici campi travolti dall'avvento del cambiamento recita un po' di tutto. Stadi con due settori ospiti, uno per i «tesserati» e l'altro per i non, striscioni di protesta, cori contro il ministro Maroni, traslochi improvvisati e, soprattutto, tanti semplici tifosi con le idee ancora confuse. Comunque, alla fine della fiera, il primo giorno è trascorso senza particolari danni. 589.479 tessere richieste, 397.949 già rilasciate: 300 hanno varcato i cancelli del Flaminio, accessibile solo per i «tesserati», per Atletico Roma-Taranto. Prima partita, primo problema (prontamente risolto) per cinque tifosi ospiti: la mancanza del codice a barre nella ricevuta di richiesta della tessera esibita in biglietteria. Per fortuna, alla fine, ha prevalso il buon senso e i cinque hanno potuto assistera alla partita. L'attenzione generale, però, era rivolta a quello che sarebbe accaduto dentro e fuori all'Olimpico. Grande spiegamento di forze dell'ordine, il questore Tagliente presente sul posto, paraggi dello stadio blindati. Si temeva che la protesta potesse prendere una brutta piega, invece tutto si è svolto tranquillamente. Gli ultrà del Cesena sprovvisti di tessera sono stati fatti accomodare nella zona della Monte Mario adiacente al settore ospiti vero e proprio, dove erano assiepati i possessori della «Cesena Card». I gruppi della Curva Sud, contrari alla tessera, hanno superato i tornelli e si sono fermati, fino al 5' della ripresa, nell'antistadio. Risultato: zona centrale della curva deserta fino all'entrata collettiva al grido di «Io non mi tessero». Un paio di cori contro il ministro Maroni e uno striscione ironico («no alla tessera, sì alla passera») hanno completato il quadro di una serata, tutto sommato, filata via senza particolari problemi. Il bilancio finale, infatti, parla solo di 8 persone, già alle prese col Daspo, fermate per aver tentato di scavalcare le recinzioni. In più, un tifoso della Roma arrestato e sottoposto a Daspo di 5 anni per aver acceso e lanciato un fumogeno a bordo campo. Se all'Olimpico è andato quasi tutto bene e a Udine udinesi e genoani si sono limitati a cinque minuti di silenzio, in serie B c'è stato qualche grattacapo. Ad Ascoli, una quarantina di modenesi «non tesserati» sono stati sistemati in un settore facilmente raggiungibile dagli ultras di casa. Gli ascolani non si sono fatti pregare e le due tifoserie sono venute a contatto: calci, pugni e spintoni. Le forze dell'ordine sono intervenute e hanno sistemato la situazione. A Crotone settore ospiti chiuso, ma tifosi del Padova regolarmente in possesso di una quarantina di biglietti di Curva Nord. La soluzione è stata semplice: trasloco dei crotonesi in tribuna. Oggi giorno due dell'anno zero: sette partite di A.