Fabiana Pellegrino Antichi misteri, un tocco di eleganza d'annata e una buona dose di sana vanità femminile.
Unospettacolo che si ripete ogni due anni a Imperia, sul litorale ligure, che incanta appassionati e curiosi da tutta Italia. Il raduno di vele d'epoca, previsto dall'8 al 12 settembre organizzato dall'associazione italiana vele d'epoca - Aive - (e per la prima volta patrocinato dal Ministero del Turismo), tappa del circuito Panerai Classic Yachts Challenge 2010, è un evento imperdibile per chi ha ancora voglia di scoprire antichi gioielli di mare. Con il fascino dei legni pregiati, gli ottoni tirati a specchio, le loro attrezzature oggi sostituite dalla moderna tecnologia, le protagoniste delle regate e del diporto della prima metà del secolo scorso nascondono a bordo storie avventurose, a volte perfino misteriose. Come le due signore che in questa sedicesima edizione festeggiano due compleanni d'eccezione. Bona Fide compie 110 anni e Orion raggiunge gloriosamente il suo primo secolo. La giovinetta Bona Fide, riscesa in mare nel 2003 dopo essere tornata a nuova vita, risale al 1899 quando, sfidando resistenze e pregiudizi, lo yacht designer inglese Charles Sibbick disegnò e costruì una barca in vista delle competizioni al di là della Manica. L'altra centenaria, Orion, ha origini regali. Venne infatti commissionata dal re di Spagna, Alfonso XIII, e fu varata a Gosport, in Gran Bretagna, nel 1910 con il nome di Sulvana. Tante le avventure affrontate dalle due signorine e ancora di più le altre curiosità in arrivo al raduno di Imperia. Tra le vele, la più ricercata è senza dubbio Creole, 65 metri, datata 1927. E' la più preziosa perché a bordo ospita personaggi del calibro di Picasso e Van Gogh. Nel 1958 fu infatti sottoposta a estesi lavori per restaurare quasi interamente l'arredamento interno e così hanno ripreso a splendere i quadri dei pittori più famosi, da Van Gogh a Cezanne, da Renoir a Picasso. La più anziana tra le signore è invece Javelin, nata da un progetto del 1896 varato poi l'anno successivo. Grazie al suo restauro Javelin è praticamente risorta, ed è per questo che viene considerata un esempio unico nel suo genere di come si possa riportare a nuova vita uno yacht mantenendone inalterata l'anima ed il carattere. Infine, la miss più intrigante. La storia di Latifa, infatti, è un ottimo mix di spionaggio e storia. Durante gli anni della seconda guerra mondiale venne utilizzata lungo le coste irlandesi per ricercare le basi clandestine di sommergibili tedeschi. Tutte signore d'altri tempi, insomma, su cui c'è ancora molto da faticare in nome della vanità di mostrarsi ancora competitive in regata. Ad animare le acque liguri per questa sedicesima edizione sarà infatti un'intera flotta di vele bianche d'epoca. Lo spettacolo è assicurato.