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I pericoli del sorteggio Champions

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ATrigoria, a un passo dall'allarme rosso, una giornata di quelle di cui la frastornata Roma di questi tempi non sentiva la mancanza. La prima notizia riguarda la famosa scommessa: vinta, secondo le previsioni della società, per ora non c'è neanche la prospettiva di un onorevole pareggio. Adriano, nonostante non avesse prodotto sforzi particolari per far lavorare i muscoli, si è prodotto uno stiramento, il che significa un mese di stop, salvo conguaglio, con tutti i risvolti pericolosi sulla vita privata durante il periodo di riposo forzato. Si è andati vicini al dramma quando le voci di mercato hanno reso noto un accordo tra Inter e Juventus per il passaggio di Burdisso in bianconero. Qui la Roma si è svegliata da un lungo letargo, ha riallacciato i contatti con il club campione, l'ipotesi più attuale è per un accordo tardivo che riporti il difensore in giallorosso, ma la nebbia che avvolge il futuro societario non consente certezze. Anzi, proprio ieri sera Claudio Ranieri se ne è uscito, ai microfoni di Sky, con parole non proprio incoraggianti: «Non ce lo vogliono dare», ha affermato il tecnico, il cui scetticismo diventa sempre più difficile da mascherare. Sembra risolto anche l'interrogativo sul portiere, Julio Sergio dovrebbe giocare sabato sera, anche se il tifoso sa bene quanto questi recuperi affannosi abbiano prodotto in passato danni pesanti. Tramonta comunque l'ipotesi Doni, chiaro che se fosse chiamato lo stato d'animo non potrebbe essere dei più sereni. Tutto questo in relazione all'esordio casalingo contro una neopromossa, il Cesena, che le esigenze di classifica obbligano a una partenza lanciata e dunque a una preparazione già avanzata. Per le prospettive meno pressanti, oggi alle 18 la Roma conoscerà i suoi avversari nei gironi di Champions League, un pezzo da novanta ci sarà matematicamente, non lo Zenit di Spalletti eliminato ieri dall'Auxerre, la collocazione in seconda fascia non prevede sconti. Ci si dovrà affidare a qualche sorriso benevolo delle urne per stabilire i livelli di difficoltà per un approdo alla fase a eliminazione diretta, quasi un imperativo anche in relazione alla situazione economica della società, in questo momento una «sora Camilla»: che tutti vogliono, ma nessuno se la piglia.

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