Trofeo Berlusconi alla Juve «di rigore»
Unavittoria maturata ai calci di rigore, dopo lo scialbo e fin troppo amichevole 0-0 dei 90 minuti regolamentari. Talmente amichevole che, sulle tribune di San Siro, si parlava più di calciomercato che della partita. Se la Juventus ha infatti quasi completato l'ennesima rivoluzione estiva con gli innesti di Krasic e Aquilani, il Milan dell'austerity sogna ancora l'arrivo di Ibrahimovic. Galliani («Difficile, ma ci proveremo») e addirittura Berlusconi («Ibra? Chissà... ») lasciano una porta, o meglio una finestrella, aperta. I tifosi sperano, ma si interrogano dubbiosi: come è possibile invocare per mesi la necessità di sistemare il bilancio e poi acquistare il costoso Ibra? L'ultima settimana di mercato chiarirà l'arcano. Nel frattempo, i tifosi del Milan possono consolarsi osservando il buon lavoro svolto da Allegri. Niente di rivoluzionario, sia chiaro. Ma un'indicazione ben precisa: il Milan continua con la formula leonardiana 4-2-fantasia. Ieri mancava Pato, sostituito dal giovane e generoso Oduamadi, ma il suo rientro difficilmente cambierà la disposizione tattica. Ieri Allegri aveva chiesto a Ronaldinho di partire dal centro, proprio come piace a Berlusconi. L'esperimento è durato cinque minuti. Il Gaucho è subito tornato sull'amata fascia sinistra, scambiando la posizione con Seedorf. Chissà se, vedendo Borriello isolato là davanti, il presidente si sarà divertito. Tornata due giorni fa dalla trasferta europea, la Juve ha mostrato di non aver recuperato le energie. E così il primo tempo è stato un monologo rossonero, come dimostra il dato sul possesso palla (60-40). Tutte le azioni della squadra di Allegri sono nate dai piedi di un ispirato Ronaldinho. Nei primi 20' il Gaucho ha liberato tre volte al tiro Borriello e Oduamadi, imprecisi negli ultimi metri. Poi si è svegliato Seedorf, bravo ma sfortunato nelle conclusioni da fuori. Gli unici lampi bianconeri sono stati firmati da Del Piero, mentre Trezeguet era ben controllato dal duo Thiago Silva-Papastathopoulos. Nel secondo tempo, com'era prevedibile, i ritmi sono notevolmente calati. Solo Diego da una parte e Flamini dall'altra hanno provato a scombinare le carte, prima del trionfo bianconero ai rigori.