Totti fa il pompiere «Una buona Roma»
Ilprincipio come la fine. Le lacrime di Verona e l'amarezza di Milano. Totti ci è passato tante volte ma non riesce a farci l'abitudine. Più sconfitte che vittorie: legarsi a vita alla Roma vuol dire anche questo. «Peccato, poteva essere una festa e così non è stato» ha confidato il capitano sull'aereo che riportava la Roma a Fiumicino dopo la Supercoppa. Il muro di romanisti a San Siro lo ha emozionato ancora. Voleva far festa con loro e invece, dopo averli invitati a smettere con il lancio di fumogeni, si è ritrovato a condividere l'amarezza con il suo popolo. «Mi dispiace soprattutto per tutti i nostri splendidi tifosi - prosegue Totti - che come sempre hanno affrontato un lungo e faticoso viaggio pur di stare vicini alla loro squadra del cuore. Erano in tantissimi, alcuni di loro hanno interrotto le vacanze per seguirci». È il momento di leccarsi le prime ferite della stagione e il capitano sceglie la medicina dell'ottimismo. Sì, perché la Roma vista in Supercoppa non è tutta da buttare. Un'ora di lotta alla pari con i campioni d'Europa è comunque un buon segnale. E la prestazione del capitano - un'ora ad alti livelli - fa venire l'acquolina in bocca in vista del campionato. «Non si può negare che abbiamo giocato bene e che avremmo meritato qualcosa in più. L'Inter è una grandissima squadra: qualità, forza tecnica e compattezza fanno di loro una squadra come poche al mondo. Noi abbiamo ben figurato per una parte della gara e sono sicuro che prima o poi ci toglieremo le soddisfazioni che meritiamo. Dobbiamo far tesoro di tutte le cose positive ma anzitutto degli errori perché non si ripetono. Ora - chiude il capitano - concentriamoci sul Cesena che verrà a Roma combattiva». Sabato poteva vincere la sua terza Supercoppa dopo il successo nel 2001 all'Olimpico con la Fiorentina e quello nel 2007 con l'Inter a San Siro. In panchina c'era Spalletti che sabato scorso si è gustato la sfida da San Pietroburgo e ha ammirato Totti. «È il mio centravanti ideale. La Roma - analizza il tecnico dello Zenit - ha confermato di avere una buona squadra che se la può giocare alla pari con l'Inter». Batterla è un altro conto.