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Inguaribiliromantici o esemplari stakanovisti del secolo scorso - stando all'anagrafe - non sfidano il tempo, anzi si divertono a prenderlo in giro. Ci giocano a nascondino e almeno finora continuano a vincere. I campioni senza età sono gli inossidabili del tappeto verde, gli intramontabili delle due ruote, i golden boys del parquet, i Dorian Gray dei cinque cerchi, sono quelli, per intenderci, che hanno scritto e continuano a scrivere la storia dello sport dall'alto della loro età non più così verde. Che non si invochi il patto col diavolo, però, perché Faust ha poco a che fare con lo sport. La si chiami passione. È il caso di Josefa Idem, canoista d'acciaio, mito azzurro, splendida 46enne, moglie e madre con in tasca sette partecipazioni alle Olimpiadi e occhi e braccia già puntati su Londra 2012. Un'icona dello sport in ottima compagnia. Ammirata dalla stessa Idem per tenacia e longevità, la ciclista francese Jeannie Longo ha conquistato 56 titoli nazionali, gli ultimi dei quali ai campionati su strada l'anno scorso alla veneranda età di 51 anni. Alla faccia della menopausa, Longo viene considerata uno dei personaggi simbolo del ciclismo, soprannominata dalla stampa «la campionessa del secolo». Altra regina senza tempo è l'amazzone dal cuore tenero Martina Navratilova che, nell'ordine, ha vinto 18 slam e 9 titoli a Wimbledon, è stata la prima nel tennis a fare outing e ha sconfitto il cancro al seno. La fuoriclasse nata a Praga ha scritto la storia del tennis femminile e ha firmato l'ultimo doppio misto agli Australian Open del 2006, al giro di boa dei 50 anni. Rimanendo tra le veterane dello sport, una menzione d'onore spetta alla velocista Merlene Ottey, giamaicana con passaporto sloveno che a oltre 47 anni ha corso ai Mondiali di Osaka, mancando, però, la finale agli Europei di Barcellona di luglio. A lei il record della donna meno giovane (per usare un eufemismo) ad aver vinto una medaglia olimpica nell'atletica leggera. Anche se il bisnonno vero resta Oscar Swahn, argento ad Anversa nel 1920 a 73 anni compiuti. Tra i gentlemen storici, la favola comincia con sir Stanley Matthews, primo pallone d'oro nella storia del calcio nel 1956. Esordio nello Stoke City a 14 anni, commiato dallo stesso Stoke dopo 36 anni di onorata carriera. Tra gli italiani c'è Dino Zoff, passato alla storia per aver vinto un Mondiale (quello di Spagna del 1982) da orgoglioso quarantenne. Altra storia, altro record, quello di Pierluigi Marzorati tornato in campo nella serie A di basket e che, a 54 anni, ha festeggiato i 70 anni della Pallacanestro Cantù. Un minuto e quarantotto secondi di pura passione sempreverde. La tenacia ha contagiato pure il quarterback dei Vikings Brett Favre che, giusto ieri, a quasi 41 anni ha rimandato la pensione di un altro anno. Obiettivo: conquistare quel Super Bowl sfuggito nella scorsa stagione dopo la sconfitta contro i New Orleans Saints, poi vincitori del titolo. Storie diverse, nomi col tempo diventati numeri da record, favole sportive di romantici dalla volontà d'acciaio. Sono i grandi classici della «letteratura» del genere. Vietato dire che lo sport non è «un paese per vecchi».

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