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L'ultima di Zaia: prova di idoneità per gli oriundi

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Oriundi d'Italia unitevi e studiate, perché forse fra qualche tempo dovrete sostenere un esame di ammissione nel nostro Paese senza il quale non potrete neanche lontanamente pensare di giocare in nazionale. L'idea è del Governatore leghista del Veneto Luca Zaia, promotore di un nuovo statuto regionale nel quale si ipotizza questo test attitudinale per tutti coloro che acquisiscono la cittadinanza italiana attraverso il matrimonio come il centravanti della Juventus Amauri. «Non troverei scandaloso che uno come lui, naturalizzato per matrimonio, sostenga un esame per dimostrare di conoscere quei principi fondanti che uno nato da queste parti beve con il latte materno» ha detto Zaia. Ma quali sono i «principi fondanti» ai quali fa riferimento? Quelli della sua Regione o quelli della nostra Italia, che molti leghisti non riconoscono neppure come nazione? E chissà cosa pensa dell'esame il povero Prandelli, già alle prese con l'immenso problema di ricostruire la nostra nazionale. Se per convocare un oriundo anche solo per un'amichevole dovesse attendere il suo esame attitudinale rischierebbe di diventare pazzo. Meglio fargli valutare i convocabili in quanto a classe, tecnica e duttilità tattica, anziché sulla base della loro conoscenza dei nostri «principi fondanti», che vivendo da noi possono più facilmente acquisire nella vita di tutti i giorni anziché sui libri di testo. Intanto la veneta Federica Pellegrini, campionessa del nuoto, in materia ribadisce: «Non dimentico le mie origini, ma sono molto patriottica e mi identifico con l'Italia, che è il mio Paese». Fede, sei tutti noi.

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