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Trampolino da 3 metri

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Dovevaessere il giorno di Tania, del suo trampolino e della sua altezza preferita, i 3 metri. Da lassù Tania, agli Europei di Torino 2009, si era permessa qualcosa che solo lo Zar, Dimitri Sautin, era stato capace di fare: 3 ori in 3 gare (1mt, 3 mt, 3 mt sincro) nella stessa edizione dei Campionati. I cinque tuffi che la separano dalla medaglia d'oro, quella che tutti le chiedono, sono le cinque fatiche di Tania. Al primo salto la ragazza d'oro di Bolzano mette subito tutte in fila: non è perfetta la sua esecuzione ma i 69 punti della giura bastano a prendere un po' di vantaggio. Alla seconda rotazione la Cagnotto sbaglia, va abbondante e sfila quinta, a 15 punti dalla russa Bazhina. Dallapé ottava. Iniziano i tuffi difficili e Tania chiude sempre la rotazione, con la pressione di Lindberg, Bazhina e Pozdnyakova che non sbagliano. Ed è proprio il terzo salto che sancisce la fine delle sue ambizioni di medaglia. Ad un presalto inguardabile fa seguito un tuffo che ne è naturale conseguenza. Dallapé ottava, Cagnotto decima, questa la situazione a tre quinti di gara. La finale delle nostre ragazze assume i contorni di un calvario e gli errori concomitanti e grossolani di atlete del calibro della Lindberg e della Fedorova possono far pensare che la luce artificiale possa aver giocato un brutto scherzo ad alcune trampoliniste, azzurre comprese. Non si spiega altrimenti il crollo della Cagnotto, una ragazza abituata alle pressioni e consapevole dei propri mezzi, soprattutto dopo l'oro dal metro. Le azzurre si presentano all'ultimo tuffo occupando le caselle numero 10 e 11 della classifica. Un pensiero va anche al sincro di oggi e alla difficoltà a risollevarsi da una batosta così. La Dallapé chiude in coda, la Cagnotto sesta e dal labiale di papà Giorgio si legge un eloquente «ha finito le gambe». Oro Bazhina, argento Pozdyakova, bronzo Barta. Ale. Mor.

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