Lazio in ritardo
Una serata con poche luci e tante ombre. L'esordio della Lazio all'Olimpico trae i pochi spunti positivi dove meno te lo aspetti. Gli spalti non sono così deserti - oltre ottomila sugli spalti nonostante la città semivuota - e il clima tra tifosi e squadra sembra lontano anni luce da quello che ha segnato la fine dello scorso campionato. Applausi per tutti - a eccezione di un fischiatissimo Cribari - e soprattutto per mister Reja, «l'uomo - urla lo speaker dell'Olimpico - che l'anno scorso ha salvato la Lazio dalla B». Edy si cala nel ruolo, prende il microfono e spiega: «Non sono abituato a fare promesse, ma dovete fidarvi di questa squadra, ha grandi valori». Fin lì le luci, poi Morganti fischia l'inizio della partita e tutti i buoni propositi sembrano lasciati nel cassetto. Di fronte a un avversario non certo trascendentale - l'unica star è Munitis, ex Real Madrid in fase discendente - i biancocelesti si scoprono ancora imballati e disorientati, lasciandosi travolgere per 3-1 e facendo sorgere più di un dubbio nella testa di Edy Reja. Fin dai primi minuti salta all'occhio la difficoltà della squadra ad adeguarsi al cambio di modulo voluto da Reja per preparare lo spazio a Hernanes. In particolare la difesa mal digerisce il passaggio dai tre ai due centrali. Dias è la bruttissima copia del calciatore ammirato l'anno scorso, dei limiti di Cribari si sa, Del Nero terzino sinistro è completamente a disagio. Il gol di Arana che sblocca il risultato al 6', con tanto di scivolone di Cribari a centro area, è lo specchio di una retroguardia che gli attaccanti spagnoli tagliano con il burro. Avanti non è che vada molto meglio. Floccari si sbatte, Zarate tende a strafare e Bresciano ci prova, ma il risultato è davvero scarso. Dopo un paio di conclusioni pericolose di Mauri il Santander trova addirittura il raddoppio con Tchite, con la difesa della Lazio ancora immobile e un Del Nero costentemente superato sulla sinistra. L'iniziativa di Zarate che porta al colpo di testa vincente di Floccari serve solo a rendere il passivo meno pesante quando si torna negli spogliatoi. Raffica di cambi a inizio ripresa con Del Nero che lascia il posto a Biava che, a sua volta, si scambia la fascia con Zauri. Stendardo rileva Cribari e la difesa appare più equilibrata. Peccato che davanti si produca poco, né servono a ravvivare il gioco gli ingressi di Matuzalem, Rocchi e Foggia. Al 15' della ripresa fa il suo esordio Garrido, giusto il tempo di farsi ammonire per un'entrataccia su Kennedy. La partita si incattivisce - sei gialli alla fine, quasi un record per un'amichevole - e la Lazio fatica a rendersi pericolosa. Al 27' conclusione sporca di Cisma, devia Stendardo, Berni è fuori causa. Il terzo gol spagnolo chiude di fatto la partita. Fischi per tutti alla fine e solita contestazione per Lotito. Per Reja, invece, ancora tanto da lavorare con il dubbio sul cambio di modulo difensivo. La scelta di far coesistere tre centrali nel finale - Stendardo, Dias e Biava - può già essere una piccola marcia indietro.