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Abbiate Fede

Federica Pellegrini

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Finalmente ci siamo. Ad un anno di distanza dai Mondiali di Roma, gli sport acquatici reclamano nuovamente le luci della ribalta in occasione della 30esima edizione degli Europei, di scena sul palcoscenico più familiare per la kermesse continentale: Budapest. I primi a partire saranno, dal domani e fino all'8 di agosto, i fondisti e le sincronette ma il fiato resterà in sospeso fino al 9, giornata di debutto tra le corsie del complesso sportivo Alfred Hajos per le stelle europee del nuoto. La nostra nazionale si presenta con tanti giovanii, qualche ottimo nuotatore e una stella di prima grandezza, ma si lavora soprattutto per il futuro, i Mondiali di Shangai e le Olimpiadi di Londra. Per assecondare un sano narcisismo non si può non partire che da lei, Federica Pellegrini, unica anche nel non avere problemi dopo l'eliminazione del superbody. Federica in questi campionati si misurerà su tre distanze dello stile libero (200, 400, 800) ma non ci sarà il tanto atteso duello con la romana Alessia Filippi sul terreno neutrale degli 800 sl. Alessia vive una fase delicata dopo i fasti di Roma e i tormenti della sua spalla l'hanno spinta ad un impegno controllato in questi europei, tra l'altro abbandonando lo stile libero per tornare al suo primo amore, i 200 dorso. In questa specialità è segnalata in ottima forma Elena Gemo (50, 100, 200) mentre per la farfalla e per i misti non si può non puntare su una brillante Francesca Segat. Silvia Di Pietro, Erika Ferraioli e Giorgia Consiglio, se al meglio della condizione, possono regalare sorprese. Per ciò che riguarda gli uomini ce n'è per la trama di una buona pellicola americana: il campione in cerca di riscatto (Filippo Magnini), il collega esperto su cui fare sempre affidamento (Emiliano Brembilla) e una serie di ragazzi coraggiosi e un po' incoscienti (Colbertaldo, Pizzetti, Orso, Nalesso, Lestingi e Belotti). Anche i rivali sono di tutto rispetto e non serve una lunga lista di nomi se i primi che saltano in mente sono Biedermann, Cseh, Bernard e Nystrand. Nell'edizione che si svolse sempre qui nel 2006 portammo a casa ben 15 medaglie. Non sarà così facile ripetersi ma Federica rilancia gli azzurri: «È stato un anno sfortunato per molti azzurri, ma ci sono tanti giovani pronti a stupire. Quanto a me, senza Alberto (Castagnetti, il ct scomparso ndr) è stata dura, ma ora mi sento in forma».

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