Senza paura

Il Mondiale torna a dividere il Sudafrica e molto influisce il fatto che in finale è andata l'Olanda dei discendenti diretti dei boeri. Oggi la minoranza bianca di questo Paese tiferà per gli "orange" dei propri avi, mentre la maggioranza nera, da sempre amante del pallone, si è già colorata di gadgets giallorossi della Spagna, che gode anche delle simpatie dell'ormai leggendario polpo Paul, che l'ha pronosticata vincente. Finora ci ha sempre preso. Di queste diatribe etnico-cultural-tifose, ovviamente, ai due tecnici importa poco. Loro pensano solo alla finale di stasera, l'occasione della vita. Il Ct «orange» Bert Van Marwijk, pur riconoscendo la superiorità della Spagna, è ottimista: «È la nazionale più forte degli ultimi anni e la rispettiamo, ma non abbiamo paura. Ho molta fiducia nei miei. Tanti di loro stanno crescendo di partita in partita, compreso Van Persie, che giocherà la sua migliore gara proprio in finale». Il riferimento è al giocatore finora più discusso di un'Olanda che ha sempre vinto, dalle qualificazioni ad oggi. «Abbiamo sempre creduto nelle nostre possibilità – prosegue Van Marwijk – questo ci ha aiutato a vincere partite chiave come quella col Giappone, insidiosa perché avevamo sei punti e tutti dicevano che eravamo qualificati e quella col Brasile. Una gara nella quale non dovetti motivare molto i miei giocatori, già carichi di loro. Sarà così anche per la finale, che sulla carta vede le due squadre partire alla pari. Prevedo una bella partita, che entrambe possono vincere, anche perché si conoscono bene. Ma il fatto che per la terza volta l'Olanda arriva in finale dopo aver perso entrambe le precedenti ci darà ancora più carica». Se Van Marwijk cerca di scaricare sulla Spagna il peso dei favori del pronostico, Del Bosque prova a rispedire al mittente questi complimenti avvelenati e interessati: «L'Olanda non è solo Sneijder e Robben. Ha una rosa importante, finora ha fatto grandi cose e poi ha battuto il Brasile. Per questo è lei la favorita, non noi. Per batterla dovremo portare avanti la nostra idea tattica e la nostra organizzazione di gioco. Dall'inizio del Mondiale abbiamo avuto un blocco di titolari e anche per quest'ultima partita non ci saranno grossi cambiamenti». L'unico dubbio è sempre in attacco: spazio ancora a baby-Pedro o maglia da titolare di nuovo al deludente Torres?