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Germania abbonata al terzo posto

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Conbuona pace dello sfortunato Uruguay, beffato di rincorsa e fermato all'ultimo secondo dalla traversa (su punizione di Forlan). Se la sono giocata senza pensarci troppo e senza fare complimenti, le due deluse dal giro di valzer delle semifinali. La Germania ha sciorinato la sua ragnatela collettiva di calcio organizzato, l'Uruguay un bel cocktail di spensieratezza, «tigna» e qualità, ingrediente offerto dal velenoso trio Cavani-Suarez-Forlan. Primi minuti su ritmi abbastanza sostenuti: meglio la banda Loew di quella Tabarez. Ozil e Muller hanno guadagnato metri, una capocciata di Friedrich si è stampata sulla traversa e infine, al 19', il vantaggio: tiro da 25 metri di Schweinsteiger, ennesima prodezza dello Jabulani, brutta figura di Muslera e comodo tap-in di Muller. L'Uruguay ha assorbito il colpo e incrociato subito i guantoni. Suarez ha creato, Forlan e Cavani, invitati a nozze dalle praterie tedesche, hanno fatto un paio di tentativi e sistemato le cose al 28'. Tutto è nato da Perez, lesto a scassinare un pallone dai piedi di Schweinsteiger, proseguito con Suarez e terminato nella passeggiata vincente di Cavani. La Germania si è inceppata di colpo, permettendo alla Celeste di fare il bello e il cattivo tempo. Suarez ha graziato Butt per due volte (nella seconda con la collaborazione di Cavani), ma la sentenza del 2-1 è arrivata al 51': cross invitante di Arevalo, belle statuine tedesche e mezza rovesciata d'autore di Forlan. Cinque minuti più tardi, la Penelope Muslera ha pensato bene di disfare la tela preparata dai compagni: traversone innocuo di Boateng, uscita suicida del portiere e Germania rianimata da un colpo di testa di Jansen. Rianimata, trasformata e ritornata un po' più simile a quella che aveva fatto faville nelle precedenti puntate del Mondiale. La Germania ha spinto, l'Uruguay, rimasto quasi a secco di benzina, ha fatto quel che ha potuto e si è dovuto arrendere all'82' davanti a una capocciata di Khedira, ispirata da uno strano balletto del pallone tra Muller e Lugano. L'ultimo posto sul podio, come quattro anni fa, è per la Germania. Il polpo Paul aveva previsto anche questo.

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