Basta perdere tempo, c'è da costruire la Roma del futuro
È fatta! Da ieri sera la Roma non è più dei Sensi. O almeno non lo è più dal punto di vista più tecnico del termine, visto che l’accordo firmato da Rosella Sensi per il rientro del debito di Italpetroli con Unicredit prevede la «gestione» del club fino al momento in cui Rotschild (l'advisor incaricato dell'operazione dalla banca) non riuscirà a trovare l'acquirente giusto per il futuro della Roma. Un compratore che di fatto al momento non c'è, o se c'è è rimasto sapientemente fuori dalle beghe legali tra le due parti. Ad osservare e decidere come muoversi in un futuro che, ora più che mai, appare imminente. Da oggi cambia tutto, la Roma torna ad essere un piatto appetibile per un imprenditore (cordata o gruppo che sia) interessato ad investire nel settore acquisendo un marchio di prestigio riconosciuto in tutto il mondo e legato indissolubilmente alla Città Eterna. Ed era la svolta attesa anche dal punto di vista tecnico-sportivo, perché da oggi la Roma potrà di nuovo a muoversi sul mercato con la disinvoltura di un club che s'è messo ormai alle spalle il momento critico. Bisognerà vedere quante e quali saranno le deleghe che l'istituto di credito lascerà nella mani dei Sensi, che al momento non avrebbero la liquidità necessaria per fare investimenti sul mercato. Le squadre si fanno adesso e con i soldi, altrimenti si rischia di assistere all'ennesimo mercato low-cost fatto di parametri zero e affare dell'ultima ora: o dell'ultima speranza. Adriano è appunto una scommessa interessante, ma al momento resta tale e i segnali intravisti finora non convincerebbero il più audace dei bookmakers: la speranza dei tifosi è ovviamente quella di sbagliarsi perché la Roma deve restare nel gotha del calcio europeo. Il tempo stringe, gli altri stanno già lavorando e bisognare fare in fretta ma soprattutto operare con attenzione sul mercato: a costo di fare qualche sacrificio. Per questo, spetta di rigore, un grazie alla famiglia Sensi per molti dei diciassette anni passati alla guida del club con il quale hanno vinto il terzo scudetto della storia giallorossa. Un po' meno per un finale che in molti avrebbero sognato e sperato fosse tutt'altro.