A Johannesburg invito al ballo delle debuttanti
Spagna e Olanda: sono loro le finaliste del Mondiale sudafricano, un vero e proprio ballo delle debuttanti, per chiunque vinca sarà il primo titolo della storia. Ma gli spagnoli hanno un passato meno illustre, fin qui avevano raggiunto una sola semifinale nelle precedenti edizioni. Quella di ieri l'ha vista prevalere, con merito, contro una Germania tosta e organizzata, ma alla fine costretta alla resa dal superiore tasso tecnico dei rivali. Ha risolto, quasi alla mezz'ora del secondo tempo, una prodezza di Charly Puyol: si è avventato sul cross di Xavi dalla bandierina dell'angolo, si è scrollato di dosso perfino il compagno Piquet per la zuccata vincente. Ci hanno provato i tedeschi, nel convulso finale, ma la più nitida palla da gol l'ha avuta ancora la Spagna, lo sciagurato Pedro ha ignorato Torres solo davanti alla porta, Del Bosque ne ha punito il peccato di egoismo con la sostituzione immediata. Risultato comunque legittimo, la vittoria a chi con maggiore insistenza l'ha cercata fin dal fischio di avvio. Del Bosque ha lasciato fuori Torres, Loew ha scelto Trochowsky per sostituire lo squalificato Mueller, la fisionomia delle due squadre non è cambiata, spagnoli alla costante ricerca del fraseggio stretto per superare la muraglia tedesca, spesso a difendere con dieci uomini senza soffrire troppo. Partita a lungo bloccata, atteggiamenti tattici nel segno della reciproca attenzione, neanche le furie rosse hanno fatto concessioni particolari al micidiale contropiede tedesco. Un'uscita di Neuer su Villa, Puyol alto di testa sul cross teso di Iniesta, il sinistro velenoso di Trochowsky deviato in angolo da Casillas: queste le poche briciole di interesse offerte dal primo tempo. Ripresa molto più vivace, decisive parate di Neuer, ma i tedeschi hanno cominciato a perdere qualche colpo fino a quando la resa si è delineata come inevitabile. Omaggio comunque a una Germania che lascia il Mondiale con tutti gli onori, fino a quando ha potuto ha offerto anche spettacolo, forse la Spagna aveva più fame, in relazione alla storia. Delle diciotto finali fin qui giocate, sette avevano visto protagoniste due squadre europee, mai però in un altro continente, fattore che sottolinea la straordinarietà dell'evento di domenica sera. Due sole volte c'è stata una sfida sudamericana, nella prima edizione tra Uruguay e Argentina, nel '50 tra Uruguay e Brasile. Ma quest'ultima non si può definire una finale, era semplicemente la gara conclusiva di un gironcino a quattro, comprendente anche Svezia e Spagna. Al Maracanà, ai brasiliani sarebbe stato sufficiente un pari per aggiudicarsi la Coppa, il gol decisivo di Alcide Ghiggia fece piombare nella disperazione un intero Paese.