La dinastia dei Sensi si avvia al tramonto
È il giorno. Dopo diciassette anni l’era dei Sensi al comando della Roma si potrebbe chiudere. I condizionali sono d’obbligo visti i precedenti, ma ci sono tutti i presupposti affinché quella di stamattina in uno studio legale della Capitale sia l'ultima firma di Rosella Sensi sulle carte giallorosse: il passo d’addio. Una storia iniziata quando il calcio era probabilmente un'altra cosa da papà Franco: l'uomo del terzo scudetto della storia romanista. Un imprenditore che la prese sull'orlo del fallimento e la portò nel giro di pochi anni nel gotha del calcio internazionale. Un personaggio rimasto scolpito nella testa dei tifosi romanisti che non a caso avevano accolto a braccia aperte la figlia Rosella dopo la sua scomparsa. I trentamila che parteciparono ai suoi funerali il 18 agosto 2008 stanno lì a dimostrare tutto l'affetto verso un presidente, che nel bene o nel male aveva scritto la storia di questa squadra. Una storia fatta di successi, ma anche di delusioni cocenti e di contrasti con una tifoseria che più volte ha chiesto alla dirigenza di lasciare. Poi l'arrivo di Rosella e le nuove vicende sportive che non sempre hanno coinciso con momenti di gioia e altrettanta gratitudine. Il bilancio finale dei diciassette anni dell'era Sensi dicono: uno scudetto, 2 Supercoppe, 2 coppe Italia oltre a sei secondi posti in campionato. Una sola parola: grazie Franco! Ma adesso sembra arrivato davvero il momento degli addii... Triste, per certi versi, soprattutto per i più legati alla famiglia Sensi. Ma per i tifosi l'unica cosa che conta è la Roma e la parola d'ordine è: «Avanti un altro!».