Passo d'addio

L'accordo di conciliazione tra i Sensi e Unicredit è pronto. Sistemati gli ultimi dettagli, va inserito l'ultimo tassello, che in questi casi è una formalità ma viste le puntate precedenti non può essere considerato tale: la firma di Rosella Sensi. Lunedì alle ore 12 nello studio del professore Cesare Ruperto si dovrebbe scrivere la parola «fine» su un'era della Roma lunga 17 anni. L'ipotesi di intesa prevede il passaggio di tutti i beni dei Sensi a Unicredit, compreso il club giallorosso in cambio dell'annullamento del maxi-debito di Italpetroli. La vendita della Roma verrebbe subito affidata alla banca d'affari Rotschild, con modalità e condizioni dettate da piazza Cordusio. Ieri pomeriggio i legali delle parti (Gambino-Conte per la holding e Carbonetti-Di Gravio per la banca) si sono riuniti per altre due ore nello studio di Carbonetti in via di San Valentino per la stesura dell'accordo. Se verrò firmato, i Sensi manterranno nel loro patrimonio alcuni immobili per un valore di 25-30 milioni di euro. E, soprattutto, estingueranno il debito di 325 milioni di euro (più interessi) nei confronti di Unicredit e quello di circa 90 milioni verso Montepaschi. Le prossime 48 ore serviranno a scacciare via gli ultimi dubbi.   I legali si terranno in contatto e potrebbero incontrarsi di nuovo oggi ma a questo punto - come confermano fonti di Italpetroli vicine all'operazione - il loro lavoro è pressoché concluso. I Sensi si sentono alle strette e sembrano costretti ad accettare le condizioni proposte da Unicredit. Per due motivi: 1) in caso di mancato accordo, Ruperto pronuncerebbe il lodo arbitrale in tempi brevi ed è assai difficile che sia favorevole a Italpetroli; 2) la holding non è in grado di approvare il bilancio nell'assemblea di mercoledì prossimo in caso di mancata intesa con la banca. Insomma lunedì si dovrebbe arrivare all'epilogo, ma poi cosa succederà alla Roma? La Sensi non sembra disposta a gestire il club nella fase di «transizione» aspettando un nuovo proprietario. Più probabile che restino gli altri dirigenti, affiancati da una figura individuata da Unicredit. Impossibile in queste condizioni fare mercato. Ne è la dimostrazione la fumata nera su Burdisso dopo l'incontro di ieri mattina a Milano tra i ds di Roma e Inter, Pradè e Branca. I nerazzurri hanno «sparato» alto: 10 milioni. La Roma ha giocato al ribasso offrendo 3,5 milioni. C'è da lavorare, e tanto, per arrivare ad un accordo (7 milioni?). A favore dei giallorossi c'è la volontà del giocatore, ribadita anche ieri dal procuratore Hidalgo che ha partecipato alla riunione. L'Inter vorrebbe inserire nell'operazione Riise ma Ranieri lo considera incedibile. Un aggiornamento è previsto giovedì o venerdì prossimo, per la fumata bianca bisognerà però aspettare agosto. L'altro intoppo nel mercato giallorosso è la decisione della Figc sugli extracomunitari: già preso Adriano, sfumano definitivamente i terzini sinistri Rodriguez (era il preferito), Nagatomo e Salcido. Restano in lizza Bellini e Clerc, svincolato dal Lione. Domani, intanto, arrivano a Roma Adriano e Simplicio: due certezze nel futuro pieno di ombre.