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Daniele Palizzotto Goodbye Federer.

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Unasconfitta pesante, al di là del punteggio (6-4, 3-6, 6-1, 6-4). Forse addirittura un addio, proprio come accadde nel 2001 a Pete Sampras, sempre nei quarti. Pistol Pete, sette trionfi sull'erba dell'All England Club, vinse ancora (Us Open 2002), e forse potrà farlo anche Federer. Oggi, però, il record dell'americano sembra molto lontano. Perché, dopo il successo in Australia, re Roger ha collezionato solo brutte figure, figlie di motivi precisi. Perde, Federer, perché il suo servizio è poco incisivo (contro Berdych un misero 49% di punti ottenuti con la seconda) e il diritto, colpo migliore, scricchiola. Perde, Federer, perché non sa più vincere i punti importanti, non sa sfruttare le palle break (ieri ne ha avute otto, ne ha trasformata solo una), non sa cogliere l'attimo fuggente. Come nell'ultimo game dell'incontro, quando lotta, annulla un match point con coraggio, si procura l'opportunità di rientrare in partita con uno splendido diritto e poi affossa in rete una facile risposta. Ma perde, Federer, anche perché Berdych non è Falla, timido avversario di primo turno incapace di sfruttare l'occasione della vita. Dopo due anni di alti e bassi, il 24enne ceco è finalmente esploso al Roland Garros, battendo in fila Isner, Murray e Youzhny per la prima semifinale Slam, persa solo al quinto contro Soderling. Il vecchio Berdych avrebbe ripensato a lungo all'occasione sfuggita. Il nuovo Berdych si è preso invece due settimane di vacanza e s'è presentato a Wimbledon per ripetere l'impresa parigina. Ha rischiato l'eliminazione contro Istomin, ha lottato con Brands, poi ecco il Centre Court e la sfida a re Federer. Quale scenario migliore per dimostrare la nuova maturità? Berdych ha giocato un match perfetto, ha servito alla grande, ha comandato da fondocampo. Non bastasse, in tempi dove scendere a rete sembra vietato dal regolamento, il ceco ha persino mostrato di saper giocare la volèe. Ma soprattutto il nuovo Berdych non ha tremato sul 5-4 del quarto set, chiudendo con un ace e l'ennesimo diritto vincente. Basterà per conquistare il trono di Wimbledon? Difficile, non impossibile. Berdych partirà forse favorito nella semifinale con Djokovic (6-3, 6-2, 6-2 al sorprendente Lu). Ma in finale sarà probabilmente chiuso dal cannibale Nadal (3-6, 6-3, 7-6, 6-1 a Soderling), intenzionato a fermare Murray (6-7, 7-6, 6-2, 6-2 a Tsonga) e i sogni di gloria britannici.

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