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Esame Messico per l'Argentina

Il coach dell'Argentina Diego Armando Maradona

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Ruggisce il leone Diego. Oggi la sua Argentina scende in campo negli ottavi di finale del Mondiale per la sfida contro il Messico (ore 20,30, Soccer City Johannseburg, arbitro: Rosetti) e lui non perde l'occasione per fare un po' di polemica e per scaldare l'ambiente. «Ho quasi cinquanta anni e sono in una fase della vita in cui non si porta rancore. Però non sopporto come sono stati trattati i miei giocatori e vorrei che certi giornalisti chiedessero scusa. Non credo che vorrebbe dire che si sono calati i pantaloni, ma solo una cosa giusta». Nemmeno l'unanime giudizio della critica sulla qualità di gioco della sua Argentina lo frena. «Prima di questo Mondiale ho letto critiche molti forti - ha detto ancora il ct argentino - certi calciatori erano diventati i peggiori del mondo e non avrei dovuto chiamarli. Ora invece, dopo tre partite, siamo diventati i più belli del quartiere. In realtà siamo rimasti sempre quelli, e con la stessa idea di venire qui al Mondiale e fare bene lavorando duro». Non sembra particolarmente preoccupato, l'ex Pibe de Oro, dall'assenza certa di Samuel e da quella possibile di Veron. «Abbiamo avuto qualche dubbio sulle condizioni di Samuel dopo una partitella, per questo inserirò Burdisso, non voglio rischiare nulla. Non mi fa male togliere l'uno o l'altro giocatore, stiamo molto bene, stanno succedendo alcune piccole cose che risolveremo all'interno del gruppo». Dall'altra parte un Messico che Maradona rispetta. «Sono una squadra solida allenata da un ottimo tecnico come Javier Aguirre. Ho molto rispetto per lui, è un grande allenatore che ha portato il suo gruppo agli ottavi lottando molto».

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